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“Festa del sacrificio”, barbarie istituzionale

agosto 22, 2018 • Articoli, Cultura e Società, z in evidenza

 

Loredana Biffo –

Puntualmente si ripresenta la questione della “festa del sacrificio” musulmana che prevede lo sgozzamento senza stordimento di milioni di animali,  sono anche quest’anno decine e decine le persone denunciate per la pratica della macellazione clandestina nel giorno della festa.

L’orrore di una tradizione tribale che nulla ha a che vedere con il fabbisogno di consumo alimentare – tema che diventa una giaculatoria da parte di coloro che per difendere tale pratica, avanzano come esempio di malcostume occidentale quello di macellare gli animali destinati all’alimentazione – ebbene, posto che si possa aprire un discorso a parte sull’eticità o meno di mangiare carne, di uccidere esseri senzienti per fini alimentari, qui il punto è una altro; si tratta infatti di una tradizione che ha origini tribali e che viene perpetrata nei paesi di accoglienza con lo scopo di imporre l’esercizio di usanze che travalicano qualsiasi parametro relativo al livello di civiltà raggiunto nei paesi democratici.

In particolare le denunce sono scattate in Lombardia (Busto Arsizio e Milano) dove sono stati anche sequestrati 2 agnelli che stavano per essere sgozzati, in Toscana le persone denunciate sono state 7, stavano sgozzando a Empoli e Castelfiorentino 8 capre, mentre altre 58 capre destinate quasi certamente alla stessa fine sono state salvate sempre nella zona di Castelfiorentino.

A Napoli si è verificato che una persona portava a spasso un agnello legato dentro un passeggino pronto per essere macellato, infine altre denunce a Loano in Liguria e segnalazioni in corso di accertamento nel legnanese e in provincia di Torino. Si calcola che siano stati almeno 30.000 gli animali uccisi e mangiati in maniera clandestina in tutta la penisola tenendo conto dei 200.000 musulmani clandestini che vivono in Italia.

La cosa sconcertante è che difronte a questo scempio l’assessore Marco Giusta del Comune di Torino abbia presenziato alla festa tenendo un discorso delirante circa la desiderabilità di questo rito che a suo dire la città di Torino si onora di celebrare e lui di presenziare in qualità di assessore, rito che è funzionale “all’ntegrazione” dei cittadini musulmani che vivono nel capoluogo piemontese: “Oggi musulmani e musulmane vivono la nostra città, vivono il nostro Paese, vivono l’Europa. Sono cittadine e cittadini, sono compagni di classe dei nostri figli e colleghe, amiche e parenti. Le comunità musulmane vivono le stesse gioie e gli stessi lutti, come la tragedia di Ferragosto a Genova, in cui due delle vittime erano di fede islamica. È bene ripeterlo, chiaro e forte: musulmani e musulmane sono parte integrante della nostra società, come i cattolici, i valdesi, gli ebrei, gli atei e persone appartenenti a tutte le altre fedi e spiritualità“.

Forse l’assessore non tiene conto del fatto che nessuno oltre ai musulmani perpetra dei riti tribali o impone pratiche come questa dello sgozzamento o peggio ancora dell’infibulazione, altra piaga che i musulmani hanno importato nel nostro paese, così come quella delle bambine velate e coperte fino ai piedi da chador neri che girano in compagnia delle loro madri altrettanto coperte per le strade della città. L’assessore Giusta parla di “diritti” – visto che questa è la materia di cui si occupa, dicendo ancora nel comunicato:

Ed è bene ripeterlo perché c’è chi nega questa semplice realtà. Se lo fa non è perché è cieco, lo fa perché ha un’altra idea di società, una società immobile, che non cambia, che ha sempre le stesse strutture di potere. Il bianco un gradino sopra chi bianco non è. L’uomo un gradino sopra la donna, e tutti due gradini sopra musulmani, migranti, “minoranze” in ogni possibile accezione. Ecco, su questo non ho una risposta. Ho delle idee, ma sono le mie, e credo che il domani lo dobbiamo costruire insieme partendo da una semplice domanda: che idea di Torino abbiamo in mente? Che idea di Italia, che idea di Europa? Che cosa vogliamo per noi e per i nostri figli e per le nostre figlie? In che mondo vogliamo che crescano, studino, lavorino, viaggino e si innamorino? Io credo che la risposta dipenderà da quanto abbiamo intenzione di lottare per una società in cui vincono rispetto e ascolto. Ascolto e rispetto per le scelte di fede, rispetto per uomini e donne, per le scelte di vita, per gli orientamenti sessuali.”

Sarebbe interessante sapere assessore, se lei è al corrente della segregazione di genere che il mondo musulmano porta avanti da sempre, perchè vede, i diritti di cui lei parla, l’uomo un gradino sopra la donna, nelle società musulmane è la norma, tant’è che anche nella civilissima torino si vedono bambine piccolissime che vengono velate, e creda assessore, questo è un abuso, non è una libera scelta come i babbei di sinistra ci vogliono far credere.

Per non parlare dei diritti degli omosessuali che vengono sistematicamente uccisi dopo efferate torture, veda di informarsi su cosa succede in Iran prima di proporci un sermone in salsa comunistoide, perchè sa, là ci sono donne che pagano con la vita la loro battaglia contro l’imposizione del velo. Per favore si astenga per decenza e per rispetto all’intelligenza della popolazione dal fare sermoni strappalacrime, queste sono manipolazioni eleganti, opere di persuasione, di seduzione, un metodo scientificamente perpetrato per imbonire e ottundere il pensiero usando il sentimento al posto del ragionamento.

Il suo è un lavaggio cerebrale attraverso l’emotività. Si ricordi che lei rappresenta l’istituzione, e prima di tutto l’istituzione si deve preoccupare di essere laica, perchè è solo attraverso la laicità che si può ottenere l’uguaglianza di tutti i credenti delle svariate fedi.

Nessun credente di nessun’altra religione compie rituali barbarici nelle nostre città, nessuna religione oltre all’Islam prevede il reato di apostasia e la condanna a morte per chi rinnega cambia religione o è ateo, nessuna religione auspica la distruzione dello Stato di Israele, esterna un antioccidentalismo feroce e inneggia quando vengono compiuti attentati per mano del terrorismo islamico.

Il suo buonismo in salsa comunista è nauseabondo considerato che quella “festa” tribale di cui ha onorato la sua presenza è stata la causa dell’agonia di esseri senzienti sacrificati con una crudeltà inaudita. In merito poi al fatto che l’Imam di Genova avrebbe pianto con noi i morti per il crollo del ponte,  le ricordo che come sosteneva già venti anni fa Oriana Fallaci – e in questi anni ne abbiamo avuto la conferma – dietro ad ogni terrorista islamico c’è un Imam, anche Khomeini era un Imam, anche il “moderato” Rouhani è un Imam che governa una teocrazia che uccide migliaia di persone, nel solo mese di luglio sono state impiccate 40 persone, il mese di agosto ancora in corso 17.

Il processo di islamizzazione della città di Torino, con tutto quello che è venuto fuori al Forum per la Finanza Islamica, oscenità e asservimento all’Islam che la giunta attuale ha ereditato da quella di sinistra che l’ha preceduta e che sta egregiamente portando avanti, insieme alla presenza istituzionale al Ramadan e questa oscenità dello sgozzamento, è la dimostrazione della china scivolosa che abbiamo imboccato, è uno scandalo l’innesto subdolo della sharia nelle nostre comunità occidentali, di cui Torino è lo specchio.

Come mai signor assessore non ha mai aperto bocca sul fatto che all’Università di Torino si tengono conferenze di stampo fortemente anti Israeliano, di vera e propria diffamazione senza contraddittorio sullo Stato di Israele, dando per giunta dei crediti agli studenti che vi partecipano? Cosa vogliamo fare due pesi e due misure? Strano modo di costruire la società multiculturale.

Fareste bene voi politici a farvi un  esame di coscienza, mi domando se è questa la società “nuova” che lei pensa di costruire, perchè credo che molti cittadini avrebbero da ridire qualcosa in merito e che siamo in tanti a non sentirci rappresentati da questo scempio che state portando avanti, perchè sa, i politici vanno e vengono, ma le macerie che lasciano sono tutti cocci che poi noi dovremo raccogliere.

 

 

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