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Olocausto, “come è stato possibile”?

gennaio 27, 2022 • Agorà, Articoli, z in evidenza

 

di Loredana Biffo –

La domanda che molti si sono posti dal dopo guerra in poi, alla luce della degenerazione della società tedesca nel nazismo e quindi nell’Olocausto, è: “come è stato possibile?” In fondo i tedeschi non erano, come nazione, come società, molto diversi dal resto degli europei: figli sobri e razionali dell’illuminismo, non esseri guidati dal “pensiero magico”, ma radicati nella realtà oggettiva. Questo dovrebbe in primis indurre ad una riflessione sul concetto di “Illuminismo”, tanto osannato dalla modernità che ne ha fatto una specie di sancta sanctorum e di conseguenza intoccabile, ma è evidente che più volte nella storia, anche quella contemporanea, si è assistito a fenomeni che sono andati in tutt’altra direzione di quella che è la cosiddetta razionalità illuminista. 

L’aspetto più significativo della società tedesca nel periodo nazista, fu proprio la persecuzione degli ebrei culminata con l’Olocausto e l’eliminazione di malati di mente, dissidenti politici e Rom. Un evento che ci porta ancora a chiederci come fu indotta la maggioranza dei tedeschi a prendere parte a quell’aberrazione che li condusse all’uscita dal consorzio dei “popoli civili”. E tutto sommato sono stati, negli anni seguenti, ben scarsi gli approfondimenti per comprendere la teoria sociale del periodo nazista in Germania, e di quanto passava per “senso comune” e introiettato come desiderabile. Nessuno è mai giunto ad una stima del numero delle persone, quindi non solo le SS, che contribuirono al genocidio più grande della storia europea. Chiaramente i tedeschi trovarono negli altri paesi europei (soprattutto orientali) persone compiacenti e collaborative, e questo rese possibile uccidere un così alto numero di ebrei. 

Il 20 gennaio a Berlino, in una villa enorme e lussuosa nei dintorni del Lago Wansee, si diedero appuntamento i principali gerarchi del terzo Reich per decidere, nel giro di appena 80 minuti, l’espansione a tutto il territorio europeo delle politica di “Ricollocamento ad est” degli ebrei (Sterminio) già in atto nei territori della Russia e della Polonia. In base al calcolo cinicamente stilato dai tecnocrati presenti alla riunione, erano da “ricollocare” ben 11 milioni di ebrei europei.

Alla base dell’ideologia nazista vi era l’idea della razza, gli ebrei venivano additati come i responsabili di crisi economiche, dei “parassiti”, il male assoluto emanava da loro. Sappiamo molto bene che questo concetto che “gli ebrei detengono il potere nel mondo” è dovuto non alla realtà, ma ad una visione profondamente antisemita ancora attualissima, che si sente spesso nei discorsi di “senso comune”. La storia dell’Olocausto, e dell’emarginazione degli ebrei ci offere un importante fattore di comprensione della civiltà occidentale, della moderna società burocratica e soprattutto la natura umana e delle nuove ambizioni totalitarie.

La peculiarità delle ambizioni totalitarie, passa sempre attraverso l’ottundimento del senso morale dell’individuo, condizionandolo a piegarsi allo svolgimento di qualsiasi comportamento sia considerato necessario ad una determinata causa. La proposizione comune è che i soggetti obbediscono all’autorità, con l’apporto di svariate motivazioni, che però sono sempre dettate dalla propaganda del potere, e ovviamente l’idea che l’autorità, in specifico quella dello stato, abbia la capacità di imporre obbedienza, deve essere tenuta in massima considerazione. Così come è evidente che si nega a se stessi l’incidenza del proprio apporto traslando la responsabilità sugli altri, ovvero i capri espiatori designati dal potere. 

La storia insegna che non vi è motivo alcuno di ritenere che l’uomo moderno occidentale sia incapace di condividere ideologie che svalutano la vita e la libertà individuale così come quella di un popolo. La storia dall’antichità al presente, ha dato prova e testimonianza della disinvoltura con cui gli uomini possono uccidere, emarginare e discriminare altri uomini, non di meno di quanto sia facile per il potere far leva sulla paura e sulla mancanza di empatia, e delle maggioranze di trarre piacere nell’additare e annientare le minoranze. Gli ebrei erano per la Germania nazista, partigiani, banditi, diffusori di malattie e via dicendo.

I falsi moralisti oggi sostengono che nel giorno della memoria non è corretto fare analogie fra il nazismo a quanto avviene oggi. Ma questa è la falsa coscienza che interpreta la discriminazione in base al tornaconto della narrazione manipolata dai media; la discriminazione è sempre tale, non esiste un più o un meno, l’atto è sempre quello. Sostenere che quanto sta accadendo oggi non è paragonabile alla seconda guerra mondiale, è nella migliore delle ipotesi un fatto di cecità, nella peggiore un atto di malafede.

Nessuno può sapere con certezza dove ci porterà la discriminazione moderna, ma sono state create le precondizioni  per ottenere sofferenza e spaccature sociali che pongono l’Europa e le società democratiche su una china scivolosa che qualcuno potrebbe far diventare inarrestabile. Occorre aprire gli occhi e fermare il progetto demoniaco di chi vorrebbe questo disfacimento delle nostre società.

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