Iran, sale a 95 il numero delle donne impiccate nella presidenza Rouhani
di Loredana Biffo –
Si chiama Leila Zarafshan, è la 95 esima donna impiccata dalla dittatura teocratica al potere in Iran, insieme a lei hanno giustiziato 10 prigionieri tra i 25 e 26 settembre nelle carceri di Gouhar-dasht a Karaj e a Sanandaj e Urumieh, contemporaneamente con la seduta dell’Assemblea generale dell’ONU a New York con la presenza di Rouhani.
Giovedì 19 settembre 2019 il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione che condanna il regime iraniano per le violazioni dei diritti delle donne in Iran. La risoluzione è stata adottata con 608 voti a favore, 7 contrari e 46 astensioni.
Il Parlamento europeo ha emesso una dichiarazione di condanna al regime iraniano che reprime brutalmente le donne che si rifiutano di mettere il velo, che chiedono libertà di espressione e di riunione. Queste vengono arrestate arbitrariamente, e quasi sempre uccise nelle carceri con l’accusa di sedizione, e di essere simpatizzanti della Resistenza dei dissidenti.
Molti difensori dei diritti umani sono stati incarcerati per il loro lavoro, ricordiamo l’avvocatessa Nasrin Sotoudeh condannata a 33 di carcere e 148 frustate; si è trattato della più dura condanna inflitta negli ultimi anni contro i difensori dei diritti umani in Iran, a riprova che le autorità, incoraggiate dalla completa impunità di cui godono i responsabili di tali violazioni, stanno inasprendo la repressione, soprattutto a causa delle sempre più numerose rivolte popolari.
La risoluzione del Parlamento europeo ha inoltre chiesto che tutti i cittadini di nazionalità iraniana-UE, compreso Nazanin Zaghari-Ratcliffe, siano immediatamente rilasciati. Il Parlamento europeo, tramite Anna Fotyga, deputata polacca, ha affermato di ammirare le combattenti iraniane per il loro coraggio nella lotta per i diritti delle donne e le loro proteste contro il regime, guidate da una donna, Maryam Rajavi che è a capo del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana (NCRI).
E’ stato inoltre condannato fermamente l’uso della pena di morte, in particolare contro i minorenni, chiedendo alle autorità iraniane di procedere alla sua abolizione e a cooperare con il relatore speciale delle Nazioni unite per chiarire la questione delle violazioni dei diritti umani in Iran, consentendo l’ingresso degli ispettori internazionali nel paese. E’ stato inoltre chiesto alle autorità iraniane di rivedere tutte le disposizioni giuridiche che discriminano le donne e di garantirne l’accesso a tutti gli stadi, in particolare riferimento alla tragedia della giovane donna che recentemente si è data fuoco ed è morta dopo essere stata condannata al carcere per essersi introdotta in uno stadio per assistere ad una partita.
Tutto questo in corso alla conferenza di New York, mentre in Iran si impiccava la novantacinquesima donna vittima del potere teocratico.
Per approfondire:
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