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Del senno di poi…..

novembre 9, 2016 • Articoli, Politica, z in evidenza

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di Loredana Biffo –

Donald Trump è stato eletto quarantacinquesimo presidente degli Stati Uniti, con almeno 289 grandi elettori rispetto ai 270 necessari, superando ogni previsione; in un clima di forte divisione e pessimismo, ha avuto una forza maggiore di quanto non fosse dato dalle previsioni in molti Stati chiave in bilico come la Florida, dove ha vinto per un punto percentuale mandando all’aria le certezze della Clinton fino al giorno prima data per vincente; del resto è avvenuto anche in Virginia dove ha sfidato la rivale ad armi pari, era dato per sicuro.

L’unico democratico che poteva batterlo era Sanders, con una posizione apertamente contraria all’estabilshment del potere Usa; questa vittoria tragi-comica di Trump, per via del personaggio grottesco al limite del ridicolo, ma al contempo rappresentativo del malcontento imperante sia in America che in un’Europa ridotta ad un guscio vuoto, molto probabilmente è rappresentativa di cosa comporta la distruzione della classe media.

Tornando a Sanders, ricordiamo il successo che aveva riscosso tra le fila degli under 35 americani, figli di classe media condannati ad una marginalizzazione progressiva e un futuro prossimo di precarietà assoluta, oltre il livello già molto alto che in America i lavoratori sperimentano da tempo per via della struttura iper-liberista che ne caratterizza la politica, il sociale, la sanità e il lavoro, variabile dipendente di tutti questi aspetti.

Avevano già espresso il loro malessere col famoso, quanto ignorato, movimento Occupy Wall Street; già fortemente delusi dal mellifluo Obama, si può facilmente immaginare quando potessero avversare l’odiosa Ilary Clinton vista come una persona dall’ambizione sfrenata e profondamente antipatica, ma soprattutto rappresentativa di tutto quello che essi contestavano: le multinazionali fautrici del decentramento del lavoro attraverso la globalizzazione e i vari accordi sul libero commercio; i fondamentalisti del libero mercato, le opacissime fondazioni che perpetuano il culto della ricchezza e le università che garantisco l’indebitamento a vita per chi vuole studiare pur non avendone i mezzi, attraverso un aumento esponenziale delle rette che escludono anziché includere, dando stipendi inferiori a insegnanti considerati di serie B perché non famosi.

Per non parlare degli over 50 che si sentono sempre più impoveriti e traditi, loro sono stati rappresentati da Clint Eastwood e ovviamente non si sono riconosciuti nei personaggi dell’establishment repubblicano e noti rappresentanti del fondamentalismo religioso. I tracotanti e onnipotenti funzionari delle agenzie, fautori delle guerre continue ed infinite perché funzionali ad aggirare la crisi del sistema economico Usa.

L’incapacità di Obama in politica estera e la gestione del fondamentalismo islamico hanno certamente giocato un ruolo importante. Ed ora ricongiungendo i punti non resta che chiedersi quali scenari futuri per un’Europa che è sempre più intaccata da derive autoritarie, la Francia che vede una Marie Le Pen esultante per la vittoria di Tramp non fa sperare nulla di buono per una nazione come quella francese sotto scacco degli islamisti e una sinistra che a dispetto dell’evidenza amoreggia con esso sottovalutandone pericolosamente le conseguenze. C’è da credere che sia davvero possibile una futura ascesa della Le Pen.

E che dire del gongolante Putin, di certo c’è un fatto, che vi sarà una probabile distensione Usa – Urss, il che non è negativo, in particolar modo per l’Italia, visto che le guerre americane vengono gestite nel nostro cortile di casa. Certo l’inquietudine rimane, e sulle sorti nostrane abbiamo abbastanza di cui preoccuparci visto che il populismo paga, a quanto pare nel segreto della cabina elettorale anche i più chic si mettono le dita nel naso, ops, votano ciò che non dicono.

Significativa la dichiarazione del neo-Presidente americano in risposta alle preoccupazioni della Merkel: “Con il mondo cercheremo alleanze e non conflitti. Andremo d’accordo con coloro che lo vorranno, mi metterò immediatamente al lavoro e dico alla comunità internazionale che se gli interessi dell’America saranno in primo piano, ci comporteremo in maniera giusta con le altre nazioni”.

Il paladino dei bianchi delusi e dei ceti popolari in difficoltà e stanchi della politica della casta e del privilegio, a braccetto con i repubblicani, hanno detto che non ci sarebbe più stata una simile occasione per un movimento popolare, e gli hanno consegnato la vittoria. C’è da chiedersi quale dialogo ci sarà tra Europa e America.  Riflettano lor signori.

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