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Turchia sempre più verso la dittatura, arrestata la scrittrice Asli Erdogan

novembre 13, 2016 • Articoli, Medio Oriente, z in evidenza

aslierdogan

 

Redazione –

Mentre si svolgono le manifestazioni di protesta per lasegregazione del leader del popolo curdo Abdullah Öcalan, proprio in queste ore è stata arrestata la scrittrice turca Asli Erdogan (si tratta di omonimia, non è parente del Presodente). La donna rischia la condanna all’ergastolo come la linguista Necmiye Alapay e altri sette giornalisti, nonchè gi editori de quotidiano Ozugur Gundem ritenuto dal governo una voce di propaganda del PKK, il partito curdo dei lavoratori.

Asli Erdogan è in carcere dal 20 agosto con l’accusa di finalità sovversive per via della pubblicazione e interviste a quelli che il governo considera terroristi curdi che sono acusati di minare l’ordine giuridico e sociale. Le notizie sulla sua detenzione sono a dir poco preoccupanti rispetto ai danni permanenti che riporterebbe a causa di maltrattamenti e mancate cure, tra l’altro la scrittrice è diabetica e non ha un’alimentazione adeguata, inoltre soffre d’asma.

Lo scivolamento nella dittatura da parte del governo di Erdogan è ormai evidente, ed è inaudito il silenzio internazionale nei confronti di quanto sta avvenndo in Turchia,secondo l’ultima stima dell’osservatorio indipendente P24, sono 144 i giornalisti al momento in prigione in Turchia. Almeno 168 media sono poi stati chiusi dopo il tentato putsch. Tra questi, il quotidiano filo-curdo Ozgur Gundem.

Riceviamo e pubblichiamo il contributo di UKI – Ufficio d’Informazione del Kurdistan in Italia – Rete Kurdistan Italia:
La repressione del governo e del presidente turco ha raggiunto un nuovo picco: Selahattin Demirtas e Figen Yüksekdag e altri 11 deputati del Partito Democratico dei Popoli (HDP) sono stati arrestati in tutta la Turchia. Da quando l’HDP ha ottenuto una storica vittoria alle elezioni del 7 giugno 2015, è diventato il principale obbiettivo delle politiche autoritarie dell’AKP. Nonostante la proclamazione di nuove elezioni nel novembre 2015 e numerosi attacchi contro dirigenti e strutture del partito, l’HDP è riuscito ad entrare di nuovo in parlamento superando l’antidemocratica soglia del 10%, ottenendo 59 seggi che hanno rappresentato il principale ostacolo all’introduzione di un sistema presidenziale in Turchia.

Il 30 ottobre, Gülten Kisanak e Firat Anli, co-sindaci della Municipalità di Diyarbakir, eletti democraticamente, sono stati arrestati e messi in carcere. Al loro posto è stato messo un funzionario Ankara. Il numero di municipalità curde gestite da burocrati designati dal governo centrale ora è arrivato a 28. Circa 30 sindaci eletti democraticamente si trovano in carcere e altri 70 sono stati destituiti dal governo centrale.

Dal tentativo di colpo di stato del 15 luglio 2016, l’AKP ha colto l’occasione per eliminare qualsiasi opposizione. Con la dichiarazione dello stato di emergenza, migliaia di dirigenti, consiglieri comunali e provinciali, sono stati incarcerati con accuse prive di fondamento. Non c’è libertà di espressione e di stampa, libertà accademica, né un sistema giudiziario giusto e indipendente. Sono stati epurati migliaia di accademici, docenti, avvocati e giuristi. Con i decreti del governo oltre 170 organi di informazione sono stati vietati. Più di 130 giornalisti sono in carcere, compresi autori e intellettuali di fama internazionale. Recentemente due agenzie stampa DIHA e JINHA (unica al mondo fatta di sole donne) e diversi quotidiani curdi sono stati chiusi; i redattori i e giornalisti del quotidiano Cumhuriyet sono stati arrestati. Da luglio 2015 più di 80.000 persone sono state poste in detenzione e in gran parte si trovano ancora in carcere.

Esprimiamo preoccupazione per il perdurare della segregazione del leader del popolo curdo Abdullah Öcalan, vero artefice del processo di risoluzione democratica al quale ha messo fine unilateralmente il regime turco, che invece sta scatenando una guerra senza confine contro il popolo e la resistenza curda. Il 12 novembre è l’anniversario dell’arrivo a Roma del Presidente Abdullah Öcalan. Le sue proposte politiche per una soluzione politica della questione curda e per la democratizzazione della Turchia oggi si confermano più che mai valide. Anche per questo chiediamo la liberazione di Abdullah Öcalan e di tutti prigionieri politici.

Condanniamo l’arresto dei co-presidenti, deputati e dirigenti dell’HDP e ne chiediamo l’immediato rilascio. Condanniamo la detenzione e la rimozione dall’incarico dei sindaci nelle municipalità della regione curda in Turchia, espressione della volontà democratica di milioni di cittadine e cittadini.Condanniamo la politica del governo turco, che con l’obbiettivo di cancellare le conquiste democratiche del movimento curdo – che rappresentano un possibile modello di convivenza per tutto il Medio Oriente – unitamente a vecchie rivendicazioni territoriali, rischia di trascinare la regione nel baratro.

Condanniamo l’atteggiamento dell’Unione Europea e delle Istituzioni Internazionali che per lungo tempo hanno assistito alla degenerazione autoritaria in Turchia senza assumere alcuna iniziativa politica concreta per indifferenza o opportunismo, come dimostrato nell’accordo Turchia UE sui profughi, che calpesta i diritti umani e alimenta un circuito di sfruttamento della disperazione.

Condanniamo l’ipocrisia dell’UE e del governo italiano che finge di non vedere civili uccisi sul confine turco o attaccati nell’Egeo e ignora lo sfruttamento, in particolare dei bambini,gli innumerevoli casi di violenze e abusi sessuali su donne e minori.

Chiediamo l’immediata cessazione dei rapporti diplomatici e commerciali con la Turchia e la sospensione delle trattative per l’ingresso nella UE. Invitiamo a promuovere iniziative di mobilitazione con il popolo curdo e i deputati di HDP nella giornata di sabato 12 novembre 2016. Salutiamo e sosteniamo la mobilitazione nazionale dei e delle migranti che a Roma nellostesso giorno manifesteranno per i loro diritti. La loro lotta è la nostra lotta.
Ufficio d’Informazione del Kurdistan in Italia – Rete Kurdistan Italia

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12 NOVEMBRE 2016
Roma, ore 10.00 /Piazza San Giovanni
Martano, ore 10.00/ Piazza Caduti
Venezia, ore 11.30 / Campo S. Geremia sotto la sede Rai
Parma, ore 11:30 / Piazza della Pace
Brescia, ore 15.00/ Piazza della Loggia
Milano, ore 15.00 /Piazza San Babila
Firenze, ore 15.00/ Piazza dei Ciompi
Trieste, ore 15.30/ Piazza Unità – Ambasciata turca
Genova, ore 17.00 /Largo PertiniRagusa, ore 17.00 / Via Roma angolo Corso Italia
Bari, ore 17.00 / Via Dalmazia- Sede Rai
Catania, ore 18.30 / Via Etnea angolo via Prefettura
Reggio Calabria, ore 18.30/ Casetta
Napoli,
Potenza, ore 19.00/ Via Rosica

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