Equitalia, rottamazione “in fabula”
di Loredana Biffo –
Nel tempo sono stati numerosi gli annunci riguardanti una revisione del sistema di riscossione che fa capo ad Equitalia. Certamente è già di per se un’assurdità il fatto che lo Stato creditore nei confronti del cittadino, deleghi una sua competenza ad un ente creato apposta, che naturalmente aggrava ulteriormente il debito in quanto anche lui deve guadagnare qualcosa nella filiera burocratica.
Non dimentichiamo che in questo calderone ci finiscono anche persone che non sono riuscite a far fronte a gravi difficoltà, e molte in questi ultimi anni si sono tolte la vita a causa di cartelle esattoriali che non riuscivano ad affrontare. Sarebbe quindi una ulteriore beffarda realtà se questo ultimo annuncio – guarda caso – pre-elettorale, si nascondesse un ulteriore proclamo di facciata.
La stampa nazionale ha annunciato che la società controllata dall’Agenzia delle entrate e dall’Inps, sarà rottamata entro sei mesi e accorpata al’ente “controllante” lasciando la veste di spa che era la causa di “stress dei bilanci” e condotte a dir poco vessatorie nei confronti dei contribuenti/clienti. Non a caso l’annuncio del premier con le truppe cammellate: “basta vessazioni”; e dire che non molto tempo fa sembrava deciso a togliere le pensioni di reversibilità, un notevole cambiamento di posizione rispetto ad allora, sembrerebbe che il governo stia mettendo a punto una visione orientata al sociale, cosa che nello specifico pare preoccupare molto Monti, il quale ha dichiarato che è un grosso errore promettere al popolo italiano delle politiche “assistenzialiste”, perchè si sa, questo è abituato male da sempre, e bisogna stare attenti.
Ma al di là dei proclami, bisognerebbe entrare nel merito della questione e cercare almeno di sondare come il governo abbia calcolato le somme dal momento che l’aspetto della volontarietà di adesione dei contribuenti non è cosa scontata da prevedere. Senza contare che la Commissione europea ha già espresso perplessità rispetto al fatto che l’incasso per lo Stato sarà una tantum. Pure Tito Boeri, presidente dell’Inps si è espresso a tal proposito, che a suo dire darebbe un brutto segnale agli evasori. Poi c’è la questione di chi ha già in corso una rateizzazione per la quale non si capisce cosa succederà con la nuova situazione. Padoan inoltre ha dichiarato che il governo non ha ancora deciso cosa fare con le multe e l’Iva, che sono ovviamente cosa diversa dalle famose “cartelle pazze” che hanno creato i problemi che tutti conosciamo.
Lo sconto dovrebbe riguardare gli interessi di mora e l’aggio destinato al riscossore, fino ad ora nella veste di Equitalia. Negli anni oltre agli interessi di mora sono maturati anche gli interessi legali, che sono al 5% nelle questioni tributarie, ma nelle sanzioni amministrative possono raggiungere anche il 20%, una cifra che è indubbiamente da usura, stabilito dall’articolo 27 della legge 689 del 1981 e successivamente confermata sia dalla Consulta che dalla Cassazione. Considerando che questa norma nata negli anni 80 quando l’inflazione raggiungeva due cifre, questo interesse era forse sostenibile, contrariamente ad oggi che questa è praticamente a zero. Resta comunque un comportamento da Stato usuraio.
Si consideri che il tasso si applica nel momento in cui è esigibile la sanzione amministrativa iscritta al ruolo, ma tra il momento della sua applicazione e l’iscrizione al ruolo passa del tempo, e la legge non dà un limite a questo tempo. Nel campo amministrativo, contrariamente a quello tributario, dopo 5 anni scatta la prescrizione del credito, ma se il creditore manda una lettera interruttiva, il periodo in cui le suddette percentuali aumentano può essere dilatato all’infinito; questo è un punto fondamentale per il quale il debitore non riesce ad uscire dalla spirale del debito e spesso cade in condizioni di povertà grazie rate infinite, a meno che non decida per esempio di vendere l’abitazione per saldare i debiti, anche perchè correrebbe comunque il rischio di vedersela pignorata. Questa è la situazione reale in cui molti italiani si trovano.
Padoan ha dichiarato che gli interessi di mora e le relative sanzioni verranno tolti di mezzo perchè “angoscianti”, non però detto che lo Stato non sconterà gli interessi legali. Naturalmente la supertassa è incassata dall’ente creditore, ovvero lo Stato che guadagna grazie ai propri ritardi nelle iscrizioni al ruolo, peraltro sempre privi di giustificazione.
Sempre Padoan, assicura che non sarà un condono fiscale o una specie di sanatoria, e che la rottamazione riguarderà anche l’iva, le multe e i tributi locali, lo sconto sarà in pratica sul ritardato pagamento delle cartelle esattoriali per le quali non si pagheranno gli interessi di mora e l’aggio di riscossione. Altresì rimangono gli interessi legali, per i quali vale il tasso di cui sopra, con livelli che arrivano fino al 20%. Questa non è un dettaglio da poco per i contribuenti visto che questo tasso si applica quanto la sanzione amministrativa diventa esigibile fino alla sua iscrizione a ruolo; infatti anche il giudice di pace Adriano Simonetti di Grosseto ha sollevato il problema, sostenendo che la maggiorazione del 20% è un tasso da usura, e di dubbia legittimità costituzionale, praticamente una sovratassa della sovratassa.
L’annuncio con le truppe cammellate sulla rottamazione di Equitalia, potrebbe essere quindi una beffa visto e considerato che la maggior parte delle amministrazioni locali hanno ormai scelto di affidarsi a delle consorziate o all’auto da fè anzichè appoggiarsi ad Equitalia. Infatti sono solo 3622 su 8005 i comuni italiani che sono ancora legati a questo famigerato istituto. Allora domandiamoci che fine faranno le cartelle esattoriali emesse da altre agenzie di riscossione, perchè non si dice nulla in merito, se verranno rottamate anche queste? Certo, è sempre facile fare propaganda in tempi sospetti come questi così tremendamente “referendari”, ma che almeno l’informazione facesse il suo dovere spiegando ai cittadini come realmente stanno le cose, sarebbe auspicabile. O no?
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