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La crisi come modalità di governo globale

giugno 27, 2021 • Articoli, Politica, z in evidenza

 

di Loredana Biffo – 

La condizione di governo, le tecniche di indirizzamento della condotta delle masse di individui, è stato uno straordinario campo di applicazione di dimensioni globali a partire dalla vicenda finanziaria e relativa crisi apertasi nel 2007 che ha avuto effetti devastanti nella UE e ha creato le precondizioni alla crisi tutt’ora in corso, e che per giungere alla forma odierna, ha avuto la necessità di una torsione autoritaria fatta passare attraverso la narrazione globale di una “ psicopandemia”.E’ in corso una transazione all’oligarchia nella UE, e di espropriazione della democrazia. Molti definiscono quello che sta avvenendo attraverso la perpetua emergenza sanitaria, come un colpo di Stato con il quale il sistema finanziario ha preso il potere imponendosi ai governi nazionali e alla politica.

Nel 2007/2008 si è partiti dai “subprime” per giungere al culmine del suo successo (sic!) con la costruzione politica del Covid. Quello che era stato un gigantesco fenomeno e riuscito esperimento di controllo sociale globale per mezzo del mercato, si è consolidato nel 2020 con l’esperimento sociale  sanitario, innescato con la paura della malattia, e lo smantellamento brutale di tutti i diritti di libertà, facendo stralcio della Carta Costituzionale. Così come la crisi economica dei subprime venne narrata con i modi in cui i media, i governi, i think tanks che fornirono loro gli argomenti, non senza la complicità di accademici che risultano essere in maggioranza sempre molto solerti, si era già avviato l’esperimento sul processo di colpevolizzazione delle vittime, coloro che in realtà hanno sopportato il maggior costo sociale e umano della crisi senza averne alcuna responsabilità. 

Nel 2020 con la strutturazione politica del Covid si è perpetuato quell’esperimento con anche più grande successo giocando sulla paura della morte, che è un sentimento ancestrale dell’umanità, con la complicità quasi totale dei grandi media, che hanno rappresentato la crisi e la fantomatica emergenza come un disastro naturale, massiccio e inaspettato, facendo diventare una normale malattia, uno tsunami mondiale. La gestione del Covid, e la narrazione ufficiale e mediatica, è stata rivolta ad un diverso scopo di governo: la diffusione tra la popolazione del terrore e del senso di colpa, al fine di modificare profondamente senza troppa fatica e resistenza gli assetti democratici ed economici.

Significativo il fatto che si sia iniziato a parlare di un Piano, un “Piano quinquennale(!): 2021-2026, stranamente questo punto è passato praticamente in sordina sui soliti media asserviti. Ma riflettiamo su questo punto, su questa definizione, visto che nel nostro paese si andrà ad elezioni nel 2023. Questo sembra lasciare indifferenti coloro che hanno progettato il Piano, perché costoro sono soverchianti e predominanti rispetto alla democrazia, e  lo smantellamento di questa, attraverso la mostruosa  gestione incostituzionale dei Dpcm, ha imposto una serie di misure liberticide nella totale impunità, con anche l’indifferenza da parte della magistratura.

Siamo dunque passati in poco tempo dall’economia di mercato “all’economia di Piano”, nonostante si voglia far passare il messaggio che il vero scopo sia la restaurazione  – attraverso il Piano – del dominio del mercato.

A questo scopo si usano parole quali: “Ripresa”, definizione molto conosciuta (e abusata) nei discorsi sulle fasi cicliche del capitalismo, e “Resilienza” , termine fino a poco tempo fa sconosciuto ai più, utilizzato in campo scientifico, oggi impropriamente usato come insopportabile neologismo mediatico, al quale si attrubuisce maldestramente – o peggio strumentalmente – un significato farlocco in contesto extrascientifico .

Non a caso la Presidente della commissione europea (non raro esempio di ignoranza) ha snocciolato la celebre frase del Gattopardo: “tutto deve cambiare perché tutto ritorni come prima”, sottintendendo ovviamente che la “nuova normalità” si esplica attraverso le pandemie perpetue e conseguenti altrettanto perpetue campagne di inoculazione di sieri sperimentali, anziché intendere la mesta enunciazione di una filosofia pessimistica della storia, ma tant’è non ci si può aspettare nulla di diverso da tecnocrati assetati del sangue dei popoli di cui vogliono la “distruzione resiliente”.

Scriveva Eric Fromm, psicanalista e sociologo separatosi dai colleghi della Scuola negli anni Quaranta: 

“I fenomeni sociopsicologici vanno concepiti come processi di adattamento attivo e passivo dell’apparato istintuale alla situazione socioeconomica. Le pulsioni di questa istanza psichica possono venire incanalate in differenti direzioni dalla storia del soggetto, compresa la sua appartenenza ad una determinata condizione sociale, ma non vengono mai meno.”

Per questo i governi hanno provveduto a costruire la loro verità, volta  diffondere nella popolazione, al fine di poter controllarne l’atteggiamento, la convinzione soggettiva di aver partecipato a causarla. Il messaggio trasmesso dai governi ai cittadini è: i responsabili siete voi stessi se uscite, se non ubbidite, se non vi vaccinate, se non usate le carte di credito ecc. ecc, quindi vi mettiamo sotto tutela a tempo indeterminato, in nome del governo salvatore. Così l’Io, agente preposto all’osservanza del principio di realtà, ha rapidamente interiorizzato le esigenze costruite dal sistema elevandole a criterio guida dell’agire.

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