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Condanna a 20 anni per tentata strage al diplomatico iraniano Aassadi

febbraio 4, 2021 • Articoli, Mondo, z in evidenza

di Loredana Biffo –

Si è conclusa oggi ad Anversa in Belgio, l’ultima fase del processo al diplomatico Assadollah Aassadi nonché terzo segretario dell’ambasciata iraniana a Vienna,che nel giugno 2018 in collaborazione con due agenti del regime degli Ayatollah tentarono di mettere a punto un attentato dinamitardo al grande meeting internazionale della Resistenza Iraniana al quale partecipavano più di 150.000 esuli iraniani,  più personalità politiche internazionali e giornalisti. 

Fuori dal tribunale belga una delegazione di resistenti iraniani manifestano con l’immagine della loro Presidente Maryam Rajavy che ha dichiarato:

“Questo processo è un grande risultato per la resistenza che da 40 anni combatte il regime terrorista; il fatto che tre agenti, (tra cui un diplomatico dell’ambasciata iraniana a Vienna), siano stati citati in giudizio, e si sia riconosciuto che Rouhani, Khamenei e tutti i membri della Guardia Rivoluzionaria Islamica sono coinvolti  come finanziatori in questo fallito attentato che avrebbe dovuto causare una strage, ma anche in tutte le forme di terrorismo in medio Oriente e in Europa quali Ezbollah, Hamas, Isis e altre sigle, attentati che vengono effettuati dai mercenari del regime grazie alla cittadinanza concessagli dai vari paesi europei”.

L’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa di tutti i gruppi politici di 21 paesi ha espresso preoccupazione per le gravi violazioni del regime nei confronti del popolo iraniano e l’esportazione del terrorismo. Hanno inoltre denunciato la politica del regime di Theran volta a ricattare i paesi occidentali utilizzando soggetti con la doppia cittadinanza come ostaggi in cambio dei suoi detenuti all’estero. E’ necessario una completa e profonda revisione della politica europea nei confronti dell’Iran, misure efficaci in grado di condizionare qualsiasi relazione economica e commerciale con la Repubblica islamica iraniana e focalizzarsi sulle violazioni dei diritti umani nel paese, che ha il primato delle esecuzioni capitali. E’ necessaria l’immediata espulsione e la revoca della cittadinanza nei paesi europei ai mercenari del regime che attraverso questa  progettano gli attentati in occidente. http://caratteriliberi.eu/2020/12/04/in-evidenza/il-diplomatico-terrorista-processato-ad-anversa/

All’interno e all’esterno del tribunale erano presenti rappresentanti della Resistenza, molti di loro hanno avuto nel tempo minacce, attentati sul territorio europeo e fatti oggetto di condanna a morte da parte del regime. Dopo 42 anni finalmente hanno la possibilità di dimostrare la ferocia e la pericolosità del governo teocratico degli Ayatollah.

La rete di agenti che è stata utilizzata per l’attentato godeva di immunità diplomatica, il regime tramite Assadi ha trasferito la bomba in Europa con destinazione a Parigi al Meeting annuale della resistenza iraniana. Al processo gli imputati hanno mentito ripetutamente, hanno inoltre chiesto l’immunità diplomatica che gli  è stata negata in quanto il Belgio, dove è stato arrestato il diplomatico iraniano non era in quella zona coperto dall’immunità. Il tribunale belga nel verdetto precedente ha accolto tutte le tesi della Resistenza in merito al fatto che il regime importa terrorismo e fondamentalismo in Europa. “I terroristi devono essere isolati, il ministero dell’estero iraniano non ha più nessuna credibilità e devono essere espulsi”.

Sono state accolte tutte le istanze della Resistenza in merito alle responsabilità del regime nell’attentato.

Il primo ministro rumeno Roiters ha affermato: “ il diplomatico responsabile del fallito atto terroristico deve essere processato, l’intelligence e le guardie della Rivoluzione islamica devono essere privati dello stato di immunità parlamentare, perché la utilizzano a fini terroristici, perseguire una politica di pacificazione è come dare da mangiare ai coccodrilli. I membri della politica del regime iraniano sono tutti coinvolti nell’attentato. Questo ha ordinato di far esplodere i pacchi dinamitardi in ogni punto del meeting, e che avrebbero dovuto lanciarli nel qual caso non fossero riusciti a posizionarli, al fine di recare il maggior danno possibile. La bomba era molto potente, Assadi sostiene il contrario, ma il giudice non ha accettato questa versione dell’imputato. La convenzione di Vienna non verrà applicata ad Hassadi. “

Uno dei poliziotti che ha ha tentato di disinnescare uno degli ordigni è rimasto ferito durante l’operazione.

Durante il processo è stato spiegato dettagliatamente come è stata fabbricata la bomba in Iran da agenti che hanno percepito somme ingenti. La politica iraniana di repressione e di esportazione del terrorismo, sono il fondamento della strategia di sopravvivenza del regime, sostenuta dalle ambasciate iraniane in Europa. E’ stata chiesta che venga riconosciuta anche la responsabilità del ministro degli esteri Zharif . 

Gli avvocati hanno dichiarato: “Hassadi è stato condannato a 20 anni di carcere per tentata strage al convegno di Villepente, si tratta della pena massima possibile, è stata quindi accolta la richiesta del Pubblico Ministero. Non ci sono dubbi che abbia ricevuto ordini dal regime di Teheran che ha ordito in patria il piano e la costruzione della bomba. Sono stati condannati tutti come criminali , le condanne per la coppia che era preposta a piazzare l’esplosivo, sono di 15 per Amir Saadouni, 18per Nasimeh Naami  e Mehrdad Arefani 17 anni, ed è stata revocata loro la cittadinanza belga”.

Il regime iraniano aveva precedentemente dichiarato che tutte le accuse erano un complotto ordito dagli Usa e Israele, nonostante che già nel 2018 subito dopo lo sventato attentato, la Francia avesse accusato il ministero dell’intelligence iraniano di essere il mandante. La Resistenza iraniana denuncia da anni il fatto che il regime finanzia i maggiori gruppi terroristici e minaccia i dissidenti all’estero, oltre che tentare di reclutare collaboratori per pianificare attentati in Europa.

Una sentenza che segna un solco nella vita del regime e della politica di accondiscendenza da parte della politica europea, che non potrà ignorare questo importante fatto, oltre che una grande vittoria per il popolo iraniano che da anni combatte l’oppressione del regime clericale degli Ayatollah.

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