Trump, il coronavirus e la deformazione dei fatti
di David Elber –
Domenica scorsa come ogni domenica mattina, è andata in onda su Radio Rai 1 la trasmissione radiofonica “Voci dal mondo”. Si tratta di un programma di informazione sui temi di attualità internazionale, ed è una trasmissione che ben rappresenta il sistema di informazione in Italia e il modo in cui esso è veicolato. Tema del programma è stato il riemergere della guerra fredda alla luce del Coronavirus e di come Putin e Trump stiano affrontando le sfide poste da questo pericoloso virus.
Assai istruttivo è come è stato presentato il presidente americano Donald Trump e le sue scelte nell’affrontare l’emergenza pandemia che ha investito anche gli Stati Uniti. L’ospite che ha descritto “l’inefficienza”, “l’incapacità” e il “pressapochismo” di Trump è stato il prof. Mario Del Pero, professore di Storia all’Istituto Sciences Po. A un certo punto il professore ha affermato che il presidente americano per coprire le proprie incapacità nel gestire la situazione ha avuto bisogno non di un capro espiatorio ma bensì di tre capri espiatori: la Cina, l’OMS e il partito Democratico soprattutto tramite i suoi governatori. Prima di entrare in merito alle accuse rivolte a Trump, vediamo di capire esattamente cosa significhi capro espiatorio:
Per il dizionario italiano, il suo significato in senso figurato, è “Chi viene sacrificato per una colpa altrui”.
Nel ragionamento del prof. Mario Del Pero, Trump usando la Cina, l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e il partito Democratico come capri espiatori, vuole addossare a loro delle colpe non loro ma che sono il risultato dell’incapacità di Trump nel gestire la situazione di pandemia.
Proviamo a ripercorrere le singole accuse e vediamo alcuni fatti per comprendere meglio gli avvenimenti.
Primo, ’affermazione di Trump sul “virus cinese” viene utilizzata dal professor Del Pero per stigmatizzare Trump nel volere addossare le responsabilità alla Cina per la pandemia, che sta’ dilagando negli USA, la quale sarebbe da attribuire all’incapacità del presidente.
Questa affermazione, di per sé, è molto indicativa su come vengono presentate le cose nei media italiani. La prima riflessione che si può fare è che il virus si sia diffuso in tutto il mondo partendo dalla città cinese di Wuhan, su questo punto tutti gli scienziati sono concordi. La quasi totalità degli scienziati è convinta che il coronavirus sia stato trasmesso all’uomo dai pipistrelli catturati e venduti nei mercati di animali vivi che abbondano ancora nella città di Wuhan. Poi il contagio umano sarebbe avvenuto tramite un altro animale – il Pangolino – anch’esso venduto vivo per essere mangiato. E’ da porre in luce, inoltre, che ultimamente sta’ prendendo corpo la notizia (ancora in fase embrionale) che indicherebbe l’origine del virus in un esperimento “scappato di mano” da un laboratorio di Wuhan. Questa teoria, emersa dalle parole di Mike Pompeo, non è stata esclusa neanche da Macron in una sua recente dichiarazione. In Italia ne ha parlato diffusamente Guido Olimpio sul Corriere Della Sera. Quindi perché scandalizzarsi se Trump utilizza l’espressione “virus cinese” se questo virus proviene dalla Cina?
Inoltre, e cosa più importante, è che questa espressione, è stata utilizzata da Trump dopo che funzionari cinesi, in febbraio, avevano iniziato a far circolare la notizia che il Coronavirus fosse stato prodotto in laboratori americani e diffuso volontariamente nella città di Wuhan per causare un danno economico e d’immagine alla Cina. Solo da questo momento Trump ha utilizzato il termine “virus cinese”. Forse per coprire la propria incapacità? O per ribadire da dove proviene il virus a proposito del quale le autorità cinesi negano ogni addebito addossandole invece ad altri?
Secondo, l’affermazione di Trump “La colpa è anche dell’OMS”. E’ così scandalosa? È certo che l’OMS abbia agito nel migliore dei modi? Così non sembra.
Alla fine di dicembre 2019 da Taiwan (Taiwan è uno dei paesi meno colpiti in assoluto avendo compreso velocemente il pericolo) parte l’allarme su una potenziale pandemia di uno sconosciuto virus molto aggressivo e letale.
Alcuni taiwanesi di rientro da Wuhan ne erano infetti. Sì tratta di quello che verrà poi chiamato Covid-19. Taiwan informa l’OMS del pericolo. Su pressioni del governo cinese l’OMS non prende per seria la notizia e non mette in allarme nessuno. Taiwan non fa parte dell’OMS per volere di Pechino. Anzi, il 14 gennaio con un Tweet l’OMS dichiara: “le indagini preliminari di Pechino non dimostrano la diffusione tra umani”. Quindi non bisogna allarmarsi.
Nel frattempo emerge, dalle poche notizie che filtrano dalla Cina, che il dottor Li Wenliang (poi morto di Covid-19) di Wuhan mise in allarme le autorità cinesi già nel dicembre 2019, e per questo fu minacciato e costretto a dichiararsi pentito.
Poco dopo, la dottoressa cinese Ai Fen, che in un’intervista accusò la censura di regime di avere ritardato le misure contro l’epidemia, sparisce dalla circolazione e la famiglia e i colleghi vengono arrestati. Di seguito arriviamo a fine gennaio e l’epidemia è già molto diffusa. Trump decide di interrompere tutti i voli da e per la Cina. Viene subito accusato di razzismo (da esponenti del partito Democratico ma su questo punto torneremo più avanti) e di misure eccessive e dannose secondo molto “esperti” ad iniziare dal direttore dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, che il 28 gennaio dopo un incontro con Xi Jinpin, elogia le misure adottate dalla Cina e critica il presidente USA per allarmismo.
Ma chi è Tedros Adhanom Ghebreyesus? Il direttore dell’OMS (che non è neanche medico) è un etiope che è stato eletto a capo dell’OMS per esplicita volontà di Pechino: la nomina avvenne tramite la compravendita di oltre 40 voti di paesi africani visti gli strettissimi legami economici tra il paese africano e la Cina. Sistema questo in auge in molti organismi ONU.
Fino ad oggi, Ghebreyesus era famoso non tanto per la sua preparazione scientifica ma per il tentativo, appena eletto, di nominare Robert Mugabe, il dittatore sanguinario dello Zimbabwe in orbita cinese, come ambasciatore onorario delle Nazioni Unite. Nomina fallita per l’opposizione di molti politici e intellettuali.
Dopo la decisione della Casa Bianca di interrompere i voli con la Cina, dall’OMS esce il seguente comunicato: “le misure adottate da Washington il 31 gennaio servono soltanto ad alimentare le paure e lo stigma”. A febbraio ormai il virus è diffuso in tutto il mondo, Italia compresa, ma l’OMS tace. Bisognerà aspettare l’11 marzo affinché l’OMS riconosca ufficialmente la pandemia globale. I morti si contano già a decine di migliaia. L’OMS è un capro espiatorio di Trump o parte del problema. L’affermazione di Trump che “il partito democratico e i suoi governatori sono corresponsabili della situazione” è così scandalosa? Sono un capro espiatorio?
Dopo che, il 29 gennaio, Trump prese la decisione di chiudere i voli per la Cina, Joe Biden (il candidato presidenziale del partito democratico), la speaker della Camera USA Nancy Pelosi e il Governatore dello Stato di New York Cuomo accusarono Trump immediatamente di razzismo per aver intrapreso un’azione del tutto esagerata rispetto ai pericoli reali posti da coronavirus.
Molti media americani iniziarono una campagna mediatica contro la sua decisione. In particolare Cuomo si scagliò contro Trump esigendo che “le porte dell’America rimanessero aperte per i viaggiatori cinesi”. Nancy Pelosi, da parte sua, fece una campagna mediatica in favore delle celebrazioni del Capodanno cinese a San Francisco, chiedendo la massima partecipazione possibile.
Sono le medesime persone che imputano a Trump di aver preso sotto gamba la minaccia e di aver ignorato il pericolo posto dal virus. In particolare Cuomo (Governatore dello Stato di New York dove si sono verificati circa il 50% dei morti americani), tramite la stampa liberal e i suoi quotidiani proclami via Twitter, vuole riscrivere la storia degli ultimi due mesi accusando Trump di avere completamente sottovalutato il pericolo. Nonostante ciò, per il prof. Mario Del Pero i democratici sono il capro espiatorio utilizzato da Trump per coprire le sue incapacità.
Si può fare un’ultima annotazione su quanto è emerso da una indagine condotta circa dieci giorni fa dal giornale americano New York Post. Come ha scritto in un suo articolo Caroline Glick “Il New York Post ha riferito che, da fine gennaio a fine febbraio, il regime cinese ha vietato alle società straniere di forniture mediche con impianti di produzione in Cina di esportare le loro attrezzature mediche.
Ad esempio, funzionari cinesi hanno vietato alla società americana 3M di spedire equipaggiamento protettivo negli Stati Uniti. La Cina ha sequestrato da sola tutte le apparecchiature pertinenti al coronavirus. Ancora peggio, secondo i funzionari dell’amministrazione che hanno parlato con il New York Post, da fine gennaio a fine febbraio, i cinesi hanno acquistato $ 1,2 miliardi di dispositivi di protezione medica. Ciò includeva due miliardi di maschere e oltre 25 milioni di tute protettive.
In altre parole, mentre la Cina nascondeva i pericoli del virus made in China dal mondo, stavano acquistando la fornitura mondiale di dispositivi di protezione e assicurando così che quando il virus ha iniziato a colpire il resto del mondo, il resto di il mondo non avrebbe avuto i mezzi per proteggersi”. Si può solo aggiungere che ancora oggi, a detta dei “Soloni” nostrani, gli Stati Uniti sono carenti di sistemi di protezione contro il virus, naturalmente per “l’inefficienza di Trump” non per il comportamento tenuto dalla Cina. Mala tempora currunt.