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La sinistra, il cervello altrove

luglio 3, 2019 • Agorà, Articoli, z in evidenza

di Loredana Biffo –

Vademecum del mantra di sinistra: chi vuole un limite all’immigrazione è fascista, chi vuole una sostituzione etnica è un’anima pura. Chi insulta donna Rakete è sessista, chi riempie di altrettanti scurrili insulti Giorgia Meloni – che piaccia o no, esponente delle istituzioni – è legittimato perchè la stessa dalle anime pure è considerata fascista. Chi osa dire o commentare anche in modo circostanziato sul gay pride e i suoi slogan al limite della bestialità, è omofobo. Chi poi ha l’ardire massimo di considerare l’Islam un fattore di criticità per la democrazia, ovviamente è islamofobo.

Or dunque, dove sta il nucleo del problema? Forse nella classica contrapposizione destra sinistra? Questo è quello che comunemente si tende a pensare, ma le cose non stanno esattamente in questi termini. Il problema sta nella regressione strutturale della sinistra, la scrivente (come molti altri provenienti da quell’area, intellettuali e non) trattò la famosa  – quanto inconsistente – “questione morale” tanto citata in quell’area politica, ma sempre e solo applicata agli avversari, fin dai tempi della nascita del Pd. Questo per evidenziare che non si tratta di una critica da destra, bensì di una critica assai più dolorosa e consapevole, avendo fatto parte del variegato mondo del sinistrume.

Si tratta di una crisi che ha destabilizzato anche gente di sinistra che, avendo conservato il ben dell’intelletto, nonchè la capacità di osservare la realtà, in fenomeni sociali con “occhi che vedono” – per citare il grande Pasolini – è sempre più disgustata da quanto si sta palesando negli ultimi tempi. E’ ormai tristemente evidente, che chi a sinistra non prende atto dello scempio, è in mala fede, oppure soffre di un grave ottundimento del pensiero dovuto ad un invischiamento neuronale nell’ideologia che non permette di produrre senso critico.

La grave vicenda della capitana Rakete, e quella ancor più grave  dei fatti di Bibbiano in merito alla rete istituzionale coinvolta negli abusi e violenze sui minori e le loro famiglie – vicenda di cui la sinistra si guarda bene dal parlare – dimostrano che siamo in presenza di uno scontro frontale tra la sinistra e il paese, scontro che passa attraverso i magistrati anzichè attraverso un normale processo di contrapposizione politica.

Ed ecco che ci troviamo a spaziare dal singolo burocrate come battitore libero, ad organizzazioni di corrotti intraburocratiche che si comportano con metodi mafiosi muovendo interessi di categorie (si pensi agli affidi forzati attraverso metodi violenti sui bambini da consegnare a “nuovi genitori” omosessuali, le inchieste parlano chiaro). E’ bene ricordare che la corruzione –  che nel caso di Bibbiano è macroscopica – è essa stessa manifestazione di cultura mafiosa o paramafiosa, si in riferimento a chi la pratica che a chi la tollera.

Questo rende tutto possibile, dall’inosservanza della legge, allo sfaldamento dei poteri dello stato. L’Italia si trova su una china scivolosa, di cui è difficile prevederne lo sbocco, o come si possa ristabilire l’ordine costituzionale stravolto proprio da coloro che si autoproclamano democratici, altruisti, multiculturali e progressisti, peccato che utilizzino metodi al limite dell’eversione.

E’ altresì evidente l’incapacità di considerare opportuno rispettare l’esito elettorale che è significativamente orientato alla regolamentazione dell’immigrazione, e la volontà di stravolgere tale esito attraverso metodi autoritari che ricordano certe connotazioni nella storia dei comunismi, che non vorremmo più rivedere, o il fascismo applicato dai sedicenti antifascisti ai quali non bisognerebbe mai stancarsi di ricordare il caso Matteotti.

E’ un meccanismo perverso che ha caratterizzato il ventennio berlusconiano, dove si è utilizzata questa pratica di demonizzazione dell’avversario politico che – piaccia o no – ha avuto il consenso a governare – e che tuttalpiù lo si combatte politicamente con i mezzi che la politica e la democrazia offrono; ma la sinistra sta dimostrando da molti anni di non avere argomentazioni valide da proporre ai suoi potenziali elettori, dal fallimento del comunismo non ha più avuto ragion d’essere senza potersi avvalere dell’autoritarismo e dell’incantesimo di masse con il mantra dell’egualitarismo, per questo motivo trova più conveniente creare un bacino elettorale composto da immigrati.

Il potere parallelo creato e ben consolidato negli ultimi settant’anni che ha detenuto i media, la magistratura, l’istruzione (si vedano le censure a libri ed editori non graditi), sta cominciando ad essere corroso e questo induce la sinistra immigrazionista a riattivare la “macchina del fango” da loro vituperata, ma sempre valida da utilizzare alla bisogna, ed ecco apparecchiato il “nuovo mostro” incarnato nella figura di Salvini, ma purtroppo per loro, con questo metodo lo fanno diventare preferibile anche a chi non ha mai avuto inclinazioni leghiste, ça va sans dire, martelliamoci i pollici autonomamente.

Qui è necessario analizzare i fatti al di là delle simpatie o antipatie politiche. Oggi è stato stravolto ogni aspetto di legalità, l’internazionale delle ONG ha avuto il via libera a dettare le leggi dell’immigrazione grazie alla licenza del potere giudiziario italiano e far andare a gonfie vele i traffici avviati negli scorsi anni con il governo PD. E forza, avanti tutta, fregatevene gloriosamente del fatto che state creando un clima incandescente a livello sociale, camminate sui sentimenti della gente comune che convive con mille problemi quotidiani creati da voi, non considerate il malcontento generale, che va dalle forze armate, guardia costiera, alla guardia di finanza, trastullatevi nella vostra ignoranza  – no, non illudetevi di essere la meglio intellighenzia del paese – ululate che lo Stato non esiste, soprattutto se bisogna proteggere le ONG, cercate in tutti i modi di mandare in fumo i risultati elettorali, ma state attenti, che senza consenso il potere diventa autoritarismo e chissà cos’altro.

 

 

 

 

 

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