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La condanna del regime iraniano alla pugile Sadef Khadem

aprile 18, 2019 • Articoli, Cultura e Società, z in evidenza

di Loredana Biffo –

Lei è Sadef Khadem,24 anni pugile iraniana che è entrata nella storia come prima donna nel suo paese a disputare – e vincere – un incontro di pugilato in Francia. Per tale motivo ha dovuto rinunciare a rientrare in Iran perchè la Repubblica teocratica dei barbaciabatte ha emesso un mandato d’arresto contro la donna che è stata dichiarata colpevole di aver violato il codice della  sharia essendo salita sul ring in canottiera e pantaloncini; anche la sua manager Mahyar Monshipour è stata oggetto di un mandato d’arresto.

Secondo la morale islamica in Iran, il codice di abbigliamento vale anche all’estero. L’Europa continui tranquillamente a sostenere gli Ayatollah con gli affari e le femministe continuino pure a mettersi il velo come se fosse un carnevale macabro.

Un recente sviluppo che ha occupato i titoli principali dei media iraniani per diverse settimane, ma non ha ricevuto molta attenzione in Occidente, è stata una risoluzione adottata dal Parlamento Europeo a Bruxelles all’inizio di aprile 2017 che condannava le violazioni dei diritti umani in Iran e affermava che dovesse immediatamente essere dato un visto di ingresso ad Ahmad Shaheed.

Il Relatore Speciale delle nazioni Unite sui Diritti umani, dichiarando al contempo che le elezioni presidenziali non erano state democratiche. Le autorità iraniane, dalle principali figure istituzionali a guide della preghiera del venerdì e ad altri chierici hanno condannato furiosamente tale risoluzione e l’hanno definita un’ingerenza.

Una visita pianificata da molto tempo per aprile di una delegazione parlamentare iraniana al Parlamento Europeo è stata cancellata per protesta e l’Iran ha annunciato che a qualsiasi membro del Parlamento Europeo che intendesse visitare il Paese sarebbero state prese le impronte digitali in aeroporto.

 

 

 

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