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Torino: salone del libro ospiterà lo stand iraniano

agosto 14, 2018 • Agorà, Articoli, z in evidenza

di Loredana Biffo –

Mentre in Iran le città sono teatro delle proteste da parte del popolo iraniano che aspira sempre più al rovesciamento del regime, mentre nel solo mese di luglio sono state impiccate 40 persone, mentre si è sventato un attentato al raduno della Resistenza Iraniana a Parigi il 30 giugno che avrebbe provocato centinaia di morti, a Torino si annuncia la presenza dello stand dell’Iran al prossimo salone del libro.

“Sarà dunque valorizzata la libertà di pensiero, da parte di artisti e letterati iraniani, mentre non sarà lasciato spazio ad elementi ideologici che distinguono il regime degli ayatollah come l’odio verso i gay, la negazione della Shoah e dei diritti delle donne”, riportava l’articolo della Stampa di qualche giorno fa.

“In ogni caso, fonti vicine agli organizzatori fanno sapere che lo staff del Salone sarà particolarmente attento nel fare una minuziosa cernita dei testi e anche degli autori che l’Iran porterà alla buchmesse del Lingotto nel 2020 per impedire che valori ostili o comunque avversi al nostro Paese ed all’Ue sbarchino a Torino”.

Come se fosse possibile fa passare che in Iran ci sia la libertà di pensiero, di scrittura e di stampa (sic!). Torino la città più filo islamica d’Italia si appresta a perpetrare l’ennesimo smacco italiano con a capo madame Mogherini che è sempre in prima fila in una UE si sta dimenando per compiacere il regime teocratico in Iran non riuscendo a vedere il quadro complessivo.

Non solo l’UE sta completamente ignorando i crimini e le attività belliche del regime, ma sta anche mettendo le relazioni commerciali prima della vita dei suoi stessi cittadini tenuti in ostaggio in Iran. Perché i politici dell’UE non chiedono che i loro cittadini vengano rilasciati con effetto immediato?

Intanto migliaia di tifosi, il 10  agosto, nella gara tra due squadre di calcio di Teheran e di Tabriz nello stadio di Azady ha lanciato slogan “Morte al dittatore!” e espresso la loro deplorazione  al regime oppressore dei mullà.

Tutto questo mentre le autorità del regime onde impedire le proteste dei giovani avevano mobilitato numerosi agenti dell’intelligence, guardie anti-sommossa e scagnozzi in abito borghese tra i tifosi e in una mossa senza precedenti avevano stabilito gli autocarri della guardia anti-sommossa sul campo di calcio.

I coraggiosi giovani nonostante tutto questo hanno eliminato tutti gli ostacoli sugli spalti ed hanno lanciato slogan “Morte al dittatore! Le forze d’ordine, vergogna, vergogna!” ed affrontato gli scagnozzi del regime, quando li hanno caricati.

I patrioti di Azerbaijan, i tifosi della squadra Taktorsarzi Tabriz durante la gara lanciavano slogan: “l’Iran è la mia patria, viva Azerbaijan!”. Fuori dallo stadio i tifosi che non avevano accesso alla gara sono scontarti con le forze d’ordine.

La protesta sono durate fino alla fine della gara e si è estesa fino alla piazza di Azady. Gli agenti dell’intelligence, guardie di anti-sommossa e scagnozzi in abito borghese hanno caricati i manifestanti con le motociclette e ferito qualcuno. I giovani contestatori li hanno affrontati con coraggio.   

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