Diritti umani in Iran, appello parlamentare
di Gérard Deprez* –
Circa 200 parlamentari europei appoggiano le proteste del popolo iraniano per un cambiamento democratico.
I diritti umani non possono essere compromessi o accantonati con la scusa delle considerazioni politiche, commerciali o dell’accordo sul nucleare.
Bruxelles, 19 Marzo 2018. L’ufficio di Gérard Deprez, parlamentare europeo, ministro belga e Presidente di Friends of a Free Iran al Parlamento Europeo, ha emesso il seguente comunicato stampa.
Annunciamo il comunicato congiunto di 197 membri del Parlamento Europeo a sostegno delle proteste del popolo iraniano per un cambiamento democratico. I firmatari appartengono a tutti i gruppi e correnti politiche presenti nel Parlamento Europeo e tra essi ci sono diversi vice-presidenti del Parlamento e presidenti di comitati e delegazioni.
Le proteste, iniziate il 28 Dicembre, hanno scosso l’Iran. Le proteste a livello nazionale hanno interessato tutte le 31 province e oltre 140 città iraniane.
Il popolo dell’Iran, soprattutto le nuove generazioni, hanno dimostrato chiaramente di essere stufe del governo fondamentalista islamico e di volere un cambio di regime. Molti hanno gridato “Abbasso il dittatore!”, “Abbasso Khamenei!” e “Abbasso Rouhani!”. Le donne hanno avuto un ruolo attivo nelle proteste.
La risposta del regime è stato l’uso della violenza. Migliaia di persone sono state arrestate. Già 14 manifestanti sono morti sotto tortura. La situazione dei diritti umani è peggiorata subito dopo le recenti proteste. L’Iran continua ad eseguire il più alto numero di condanne a morte pro-capite a livello mondiale.
Molti alti esponenti e funzionari del regime hanno parlato del ruolo avuto nelle proteste dal principale movimento di opposizione, il PMOI (o MEK). Secondo AFP, il 2 Gennaio Rouhani ha chiamato il Presidente Macron chiedendogli di intervenire contro l’opposizione iraniana con sede a Parigi, che ha accusato di fomentare le recenti proteste. Il 9 Gennaio, l’ayatollah Ali Khamenei, il leader supremo, ha detto che il PMOI avrebbe organizzato le proteste, minacciando implicitamente di giustiziare i manifestanti.
Noi condanniamo l’uso della forza contro questi manifestanti indifesi. Chiediamo all’UE e ai governi europei di adottare misure efficaci e decisioni vincolanti per obbligare il regime a rilasciare i prigionieri politici.
Siamo preoccupati per la campagna di disinformazione lanciata dal regime iraniano contro gli esuli iraniani. Sembra che, dato che il regime è assediato dalle rivolte, dalle proteste e dagli scioperi in tutto il paese, abbia bisogno più che mai di diffondere false informazioni contro i suoi oppositori per limitarne le attività. A Teheran non deve essere permesso di estendere la sua politica di repressione e di minacce all’Europa, contro dissidenti e rifugiati politici che dovrebbero essere in grado di aumentare la consapevolezza del pubblico sui diritti umani e i diritti delle donne in Iran.
Siamo critici nei confronti dell’attuale politica dell’UE riguardo l’Iran. I diritti umani in Iran non possono essere compromessi o accantonati con la scusa di considerazioni politiche, commerciali o per l’accordo sul nucleare. Qualunque espansione delle relazioni politiche ed economiche con l’Iran deve essere condizionata ad un chiaro progresso nei diritti umani, nei diritti delle donne e alla fine delle esecuzioni.
*Ministro di Stato Belga-Presidente di Friends of a Free Iran al Parlamento Europeo
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