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Turchia, la riforma della Costituzione voluta da Erdogan

gennaio 22, 2017 • Articoli, Medio Oriente, z in evidenza

 

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di Loredana Biffo –

Mentre le vicende internazionali catturano l’attenzione, l’insediamento di Trump alla Casa Bianca, i vestiti di Melania  che hanno scatenato il gossip sulle analogie con Jakline Kennedy, le cravatte di Donald e le drammatiche vicende italiane, cala l’attenzione generale sulla Turchia, ci siamo persi questo passaggio in cui la Turchia da tempo sulla china scivolosa, ha attuato un passaggio decisivo che la connoterà come  una vera dittatura.

Su 488 voti in totale, di cui 339 a favore, il parlamento turco ha superato la soglia dei 330 voti necessari per approvare le modifiche costituzionali che concedono ampi poteri al Capo dello Stato. La prima fase delle votazioni iniziata a metà gennaio si era conclusa a favore del presidente Erdogan che adesso dovrà firmare il provvedimento, prima del referendum popolare di Aprile. Il fronte oppositore a Erdogan è da tempo reso immobile dagli svariati arresti e il remanente residuo zittito in aula per paura delle conseguenza, la modifica costituzionale è passata grazie all’alleanza con gli estremisti nazionalisit.

il Capo dello Stato vuole diventare il presidente di una Repubblica non più parlamentare ma presidenziale. In molti temono che la riforma possa rappresentare una svolta troppo autoritaria del paese.

L’approvazione della riforma è stata segnata da momenti di forte tensione, una deputata del partito d’opposizione si è ammanettata per protesta al leggio dell’oratore per dire no – ha detto – al diktat di un solo uomo, pieni poteri al capo dello Stato, con controllo della magistratura e nomina di tutti i ministri. Una riforma che, puntando sull’azzeramento del numero dei mandati, potrebbe consentire  a Erdogan di governare fino al 2029. Ci sarà ancora una possibilità di scamparla con il referendum al quale verrà sottoposta la decisione, salvo il fatto che se il capo ha già da ora pieno controllo decisionale su tutto l’esito si presume scontato.

Considerato che la Turchia è una repubblica parlamentare sin dagli anni venti, ovvero mezzo secolo, oltre ad essere l’unico paese mediorientale molto laicizzato, il processo di islamizzazione autoritaria che Erdogan sta imponendo rappresenta una significativa involuzione che andrà ad inficiare le dinamiche di interdipendenza con l’occidente e il resto del mondo islamico.

E’ peculiare a tal proposito la situazione riguardante i diritti umani; proprio nei giorni scorsi nel paese sono state bloccate persone “indesiderate”, l’avvocata Barbara Spinelli che si occupa da sempre di diritti umani, giornalisti e tutti coloro che sono considerati pericolosi.

L’avvocata Sarebbe dovuta entrare ad Ankara come relatrice in una conferenza con oltre 500 avvocati tra turchi e internazionali, tema: il sistema giudiziario turco e sulle politiche repressive in atto contro avvocati e magistrati. Per tutta la notte ha chiesto di poter contattare l’ambasciata italiana, familiari e colleghi, ma le è stato impedito dopo il controllo dei passaporti all’aeroporto turco. Successivamente è stata rinchiusa in una stanza videosorvegliata previo sequestro della batteria del cellulare. La console italiana a Istambul Federica Ferrari Bravo ha invano cercato per tutta la notte di ottenere di far visita alla Spinelli, ma le hanno risposto che questa stava bene e non si poteva accordare il permesso di contatto per motivi di sicurezza.

L’avvocata Spinelli negli ultimi tre anni si è recata in Turchia quasi una volta al mese ma questa volta si presentava come relatrice sui diritti umani visto che da tre anni è osservatrice internazionale in Turchia e fa parte del comitato esecutivo della European Association of Lawyers for Democracy and World Human Rights (ELDH), un’associazione di avvocati per la democrazia e i diritti umani. Ha partecipato a varie delegazioni in processi internazionali che vedono imputati avvocati turchi, in alcuni casi curdi, ma anche per esempio gli avvocati che all’epoca difesero i civili nei fatti di   Gezi Park .

Probabilmente non è un  caso dopo il tentativo di golpe del 15 luglio, la Turchia vuole abbandonare la convenzione europea sui diritti umani. Permane gravissima la situazione per il popolo curdo, primo nemico di Erdogan. Questo popolo si trova in un grande pericolo proveniente da uno Stato genocida, oppone resistenza per proteggere la propria esistenza e conquistare la propria libertà.

Secondo l’avvocata Spinelli la riforma costituzionale voluta da Erdogan che mira ad ottenere il presidenzialismo rappresenta  un pericolo perché annulla la divisione dei poteri dello Stato. Il governo assumerebbe di diritto il controllo degli altri organi costituzionali.

 

 

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