Primarie francesi, la vittoria di Fillon apre le danze
di Loredana Biffo –
La tracotanza di Sarkozy ha preso una batosta notevole nel primo giro delle primarie francesi, lui era convinto di avere sotto controllo la situazione rispetto al partito e ai militanti che in una condizione di primaria ristretta gli avrebbe consentito di vincere.
In realtà è stato il solito “pasticcio primario” che ormai non è più solo una caratteristica italiana, infatti anche in Francia hanno votato in modo “aperto” ovvero è stato possibile con una semplice dichiarazione di adesioni ai valori della destra, del centro e un obolo di due euro. Hanno quindi votato indecisi, elettori di sinistra e simpatizzanti. Perfino la nostra Carla Bruni moglie del candidato Sarkozy ha votato nonostante in passato si fosse dichiarata “epidermicamente di sinistra”.
A sorpresa, contro il favorito Alain Juppè lo “strafritto” Sarkozy, ha vinto clamorosamente François Fillon il candidato di 62 anni che ha sbaragliato Sarkozy (il quale ha preso solo 20,7%) al primo turno con ben 44,2% dei voti, su 9300 seggi scrutinati su 10 mila 200; e su Juppè 28,4% . Situazione del tutto inaspettata considerando che per mesi Fillon non aveva nemmeno superato il 10 per cento delle intenzioni di voto.
L’incredibile risultato a favore del vincitore Fillon ha dimostrato che i francesi non hanno apprezzato l’ambigua dinamica di Sarkozy che come ha detto il filosofo Brunker, si dimostra aggressivo nell’insultare gli avversari politici ma manca di proposte. In Francia questo atteggiamento non paga, come non è stato credibile nelle sue sparate relative all’intransigenza sulla questione islamica che si è poi però rivelato timoroso nell’azione, per non parlare sull’ esortazione della “doppia razione di patatine fritte questa è la Repubblica!”, da propinare al posto della carne di maiale nelle scuole agli alunni musulmani, roba da far invidia a Maria Antonietta e alle sue brioches. Insomma, un politico senza proposte credibili in un paese che non ha apprezzato la sovrapposizione grottesca Sarkozy/Trump e hanno scelto il serioso Fillon che ha indubbiamente beneficiato anche del voto cattolico, e del suo discutibile sostegno agli oppositori delle nozze gay.
Da non dimenticare che l’attacco alla chiesa dove i terroristi islamici hanno ucciso padre Jacques Hamel il luglio scorso, fatto che ha avuto la sua bella influenza in una nazione che di contro non ha apprezzato il discorso multiculturale alla canadese, cosa improponibile dopo aver avuto gli attentati dello scorso anno a novembre al Bataclan e alla redazione di Carlye Ebdho per una politica troppo conciliante nei confronti degli islamisti salafisti che hanno causato la morte di 230 cittadini.
Ora le danze sono aperte, si vedrà a sinistra cosa capiterà, per ora la candidatura di Emmanuel Macron contro il melenso Hollande apre certamente nuovi interessanti scenari.
Il candidato trenttottenne ha scelto di fare le sue dichiarazioni di intenti politici in una zona di periferia anzichè in TV, attaccando la vacuità della politica, in 20 minuti di discorso ha catalizzato su di sè l’attenzione di buona parte dell’elettorato che non voterebbe Hollande. Fresco di soli cinque anni di politica e fondatore del movimento “En Marche!” ha tutti i numeri per vincere le future elezioni primaverili. Alcuni, come Manuel Valls, mettono in dubbio la sua statura politica, ovviamente sono critiche mosse da concorrenti politici che hanno buoni motivi per temerlo.
La probabilità che Macron sbaragli gli avversari è molto probabilmente legata al raccogliere i voti di coloro che non voterebbero nè la destra nè Holland, elettori orfani di proposte politiche che non vedono la tradizionale dimensione destra/sinistra come concreta e risolutiva dei problemi del paese. Il tutto fa sperare che destra e sinistra improbabili protagoniste dell’attualità, riescano a scongiurare una vittoria di Marine Le Pen.
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