Marie Curie che nel 1906 ottenne la cattedra alla Sorbonne
di Giovanna Cambiano –
Correva l’anno 1906, quando il 5 novembre Maria Sklodowska, nota con il nome da sposata Marie Curie, scienziata chimica polacca naturalizzata francese, dopo essersi trasferita a Parigi perchè in Poloniale donne non potevano iscriversi all’università, dopo gli studi in chimica ottenne la nomina per la cattedra alla Sorbona, la prima donna protagonista di tale evento. Più di trecento persone si fecero largo davanti alle porte della facoltà di scienze.
La vita di Maria skłodowska diventata Marie Curie, la cui esistenza è leggendaria, è insieme triste e meravigliosa, una congiunzione di glorie dovute alle straordinarie scoperte scientifiche, e alle disgrazie personali.
La sua vita è stata caratterizzata da un lavoro matto e disperatissimo, l’infanzia difficilissima in una Varsavia che viveva il dramma dell’occupazione russa che rendeva la vita durissima ai polacchi. Le tragedie famigliari iniziarono con la morte per tifo della sorella più grande e di tubercolosi della madre, e la morte del marito Pierre Curie.
Lei stessa si ammalò di una forma grave di anemia aplastica contratta a causa della protratta esposizioni alle radiazioni dovute ai suoi studi e di cui all’epoca si ignorava la pericolosità. Morì in sanatorio nel q934 e i suoi quaderni di appunti successivi al 1890 sono considerati pericolosi a causa del loro contatto prolungato con le sostanze radioattiv e quindi conservati in speciali scatole bombate consultabili solo dopo aver indossato speciali abiti protettivi per le radiazioni che ancora emanano.
Molto presto si accorge con il marito che nella pechblenda c’è un’altra sostanza sconosciuta, ancora più radioattiva del polonio. Lo battezzano radio. La scoperta viene annunciata il 26 dicembre 1898 all’Accademia delle Scienze a Parigi e, nel 1902, riceve il premio Nobel per la Fisica con Becquerel.
Dopo la tragica morte del marito avvenuta nel 1906, Marie Curie continua a lavorare nel suo laboratorio, viene chiamata alla cattedra alla Sorbonne (la stessa che fu del marito) e riesce a isolare il polonio puro e il radio puro. Per questo successo, nel 1911, viene insignita con il premio Nobel per la Chimica. Sempre in quell’anno viene stabilita, su proposta di Marie Curie, l’unità standard internazionale di radio.
Marie Curie dedicò la sua vita all’isolamento e alla concentrazione del radio e del polonio, presenti in piccolissime quantità nella pechblenda proveniente da Jáchymov.
Decisero così di esaminare tonnellate di pechblenda (minerale radioattivo e una delle principali fonti naturali di uranio). I coniugi Curie notarono che alcuni campioni erano più radioattivi di quanto lo sarebbero stati se costituiti di uranio puro; ciò implicava che nella pechblenda fossero presenti altri elementi. Riuscirono nel luglio del 1898, ad isolare una piccola quantità di un nuovo elemento dalle caratteristiche simili al tellurio e 330 volte più radioattivo dell’uranio[19] che fu chiamato polonio in onore del paese della scienziata. Il resoconto di tale lavoro, unitamente a quello immediatamente successivo che portò alla scoperta del radio, divenne la tesi di dottorato di Maria Skłodowska.
Nella sua pubblicazione del luglio 1898, che appare contemporaneamente in Francia nel bollettino dell’Accademia delle Scienze e in Polonia sulla rivista “Swiatlo”, annuncia la sua ipotesi “Crediamo che la sostanza che abbiamo tratto dalla pechblenda contenga un metallo non ancora segnalato, vicino al bismuto per le sue proprietà analitiche. Se l’esistenza di questo metallo verrà confermata, noi proponiamo di chiamarlo polonio, dal nome del paese di uno di noi.”
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