MENU

Il Giappone, il mondo e l’atomica, oltre la retorica

agosto 6, 2015 • Articoli, Mondo, z in evidenza

dcffa78ae3b4f59a5d5afb801caf0678_article

di Loredana biffo

La storia del Giappone è controversa, costituita da una lunga serie di lotte intestine che hanno danneggiato il paese nel tentativo di creare uno stato unificato e centralizzato. Molti i sanguinosi conflitti interni derivanti da scarsità di territori coltivabili e relative lotte per i diritti territoriali finalizzati all’approvvigionamento alimentare.

La pianura di Yamato aveva una posizione tale da permettere il controllo su quasi tutte le regioni vicine, ricca di campi e con un mare molto pescoso, per questo favoriva gli scambi commerciali con i paesi stranieri.

Il Giappone ha sempre avuto aspirazione ad un potere centralizzato, reso altresì difficile dalla geografia montuosa del paese. La caratteristica posizione geografica di separazione dal continente asiatico, ha determinato la chiusura e l’introversione del popolo giapponese, e la quasi totale mancanza di invasioni –perfino i mongoli fallirono, nel 1280 tentarono di invadere il paese due volte, ma la flotta mongola non potè mantenere il flusso di rifornimenti per via del tempestoso stretto coreano.

In un secondo tentativo d’invasione venne distrutta da un tifone al quale i giapponesi diedero il nome di Kamikaze (vento divino). Vi fu un’ondata migratoria nel 300 AC che vide il popolo Yamato  gruppo etnico giapponese – nell’arcipelago, ma le isole non ebbero flussi migratori. Gli Yamato spinsero a nord gli indigeni Ainu e li confinarono fino alla colonizzazione da parte giapponese e la conseguente assimilazione verso la metà del XIX secolo.

Il Giappone fu esente quindi da invasioni militari straniere fino alla II guerra mondiale; rimase inespugnabile anche nell’epoca moderna a causa della grande difficoltà di una invasione da terra, che fu il principale motivo dell’utilizzo da parte statunitense della bomba atomica per mettere in ginocchio il paese durante la II guerra mondiale. Il mattino del 6 agosto 1945 alle 8,15 locali, l’Aeronautica militare statunitense sganciò la bomba atomica ‘Little Boy’ sulla città giapponese di Hiroshima, seguita tre giorni dopo dal lancio dell’ ordigno ‘Fat Man’ su Nagasaki.

La Corea fin da tempi remoti è il paese che ha più spesso pagato per le aggressioni giapponesi – conquista della Corea durante la Guerra Imjin 1592-1598 – le vie commerciali della penisola coreana erano spesso utilizzate dalle flotte straniere e dalla Corea inoltre potevano arrivare i potenziali invasori, Mongoli o Russi. Invasero la Corea molte volte, stabilendo una dominazione militare e relazioni semicoloniali.  Invase inostre Taiwan, la Siberia, la Manciuria, la Cina e gran parte del sud est asiatico, fino alla II guerra mondiale, dove il susseguirsi di eventi hanno condotto il Giappone al confronto con gli Stati Uniti nel Pacifico durante la seconda guerra mondiale.

Nel 1935 il Giappone dopo la conquista della Mongolia, utilizzò la Cina per la forza lavoro e le risorse naturali, questo fece si che i rapporti con la cina si deteriorassero, scoppiò la guerra e anche le tensioni con l’occidente aumentarono. Gli Stati Uniti dal canto loro erano preoccupati per gli interessi che avevano nel Pacifico, diedero quindi l’ultimatum al Giappone e imposero l’embargo petrolifero – all’epoca ricoprivano l’80% del fabbisogno di petrolio necessario alle industrie – così Tokyo aveva di fronte due possibilità, capitolare, o impossessarsi di enormi risorse del sud est asiatico, in particolare l’Indonesia ricca di petrolio ma nelle mani degli Olandesi. La possibilità era di colpire olandesi e inglesi – alleati degli Usa – ed entrare in guerra anche con gli Stati Uniti, fu la loro opzione, scelsero di rischiare: e il 7 dicembre 1941  attaccarono preventivamente, senza previa dichiarazione di guerra la flotta statunitense a Perl Harbor nelle Hawai e fecero sprofondare il paese in una guerra totale con gli Stati uniti; nel frattempo scippavano tutte le risorse del sud est asiatico per ottenere la tanto agognata indipendenza economica totale.

Nei mesi successivi grazie alla superiorità navale così conquistata nel Pacifico, i giapponesi raggiunsero tutti gli obiettivi che si erano prefissati: controllavano le Filippine (maggio 1942)  strappate agli Usa, la Malesia e la Birmania britanniche, l’Indonesia olandese e minacciavano l’Australia e l’India costringendo la Gran Bretagna a distogliere forze preziose dal Medio Oriente.

Immediatamente dopo l’attacco a Perl Harbor, anche la Germania nazista, e l’Italia fascista, dichiararono guerra agli Stati Uniti, dando così definitivamente una dimensione mondiale al conflitto; anche se l’Italia in questo quadro aveva un ruolo marginale,. Il cuore pulsante del problema era in realtà la Germania con la sua macchina bellica a pieno ritmo. Germania e Giappone cercarono di costruire zone sotto il loro controllo, un nuovo ordine basato sulla supremazia della nazione eletta e la subordinazione totale degli altri popoli alle esigenze dei dominatori.

Gli Stati Uniti preoccupati dell’alleanza tra Germania e Giappone, iniziarono a bombardare dalla fine del 44 in modo sistematico  il territorio nipponico, ma i giapponesi continuavano a combattere con eccezionale accanimento e rifiutavano di di arrendersi anche se in condizioni più che disperate, facendo ricorso massiccio all’uso dei Kamikaze. 

A questo punto il presidente americano Harry Truman  prese la decisione di impiegare l’arma letale: la bomba a fissione nucleare appena messa a punto da un gruppo di scienziati. Una decisione che aveva lo scopo di abbreviare una guerra che si annunciava ancora molto lunga e sanguinosa, ma anche di dimostrare al mondo, in particolare ai sovietici la potenza militare americana. Il 15 agosto, dopo che l’Urs aveva anche lei dichiarato guerra al Giappone, l’imperatore Hiroito si arrese senza condizioni, firmò l’armistizio e il 2 settembre 1945 si concludeva definitivamente la seconda guerra mondiale.

Gli Stati Uniti ricostruirono il Giappone, ma imposero una costituzione che precludeva la possibilità di mantenere un esercito e una flotta militare, per impedire qualsiasi futura minaccia al dominio navale Usa nel Pacifico. Ma i giapponesi si rimisero rapidamente in piedi e tornarono a puntare sui propri obiettivi geopolitici, questa volta con l’aiuto degli Usa. Restituendo la sovranità al Giappone con il Trattato di pace di San Francisco del 1952 e con l’alleanza del 1960 Waschington  soddisfò tutti i primi tre obiettivi geopolitici giapponesi.

Oggi la minaccia nucleare è più che mai vera, il Trattato di non proliferazione nucleare l’NPT è lungi dall’essere attuato, e il rischio e assai più alto che in passato. Il Giappone è tornato a perseguire tale direzione, la Corea, la Cina, l’Arabia Saudita e molti altri rendono inquietante la situazione mondiale; per non parlare del fatto che proprio in questi giorni e in questo contesto mondiale abbiamo firmato l’accordo con l’Iran spacciandolo per un “accordo di pace”. E’ evidente che la storia non ha insegnato nulla, e tanto meno l’orrore di Hiroshima e Nagasaki che oggi celebriamo con grande retorica ed incoscenza, rimuovendo il concetto che tali mezzi sono sempre finalizzati a mire espansionistiche piuttosto che di difesa.

 

 

 

 

 

 

 

Print Friendly, PDF & Email

Comments are closed.

« »