L’Italia s’è destra
di Loredana Biffo
Rispetto al tradizionale modello esplicato nel partito di massa (Weber 1922, Duverger 1951) che è stato protagonista in Europa fino al dopoguerra, appare evidente che il punto di partenza di ogni analisi e riflessione in merito, non può non considerare il progressivo ritiro dei partiti dalla società e dal territorio.
Questo è un fatto che potremmo definire di senso comune, il distacco fra i partiti e la società appare un processo avviato da tempo e drammaticamente incontrastato, come emerge dalle indagini riguardanti comportamenti e atteggiamenti della società nei confronti della politica. Per poi sfociare drammaticamente nei partiti di estrema destra che sono presenti in tutta Europa.
Quello che viene fuori da tutte le ricerche, è la diffusa “Sindrome dell’antipolitica” per essere più precisi si deve parlare di un sentimento sociale di ostilità e sfiducia nei confronti della politica, che porta ad un clima d’opinione fortemente critico nei confronti della democrazia rappresentativa e le istituzioni ad essa legate.
E’ chiaro quanto questo sia stato il brodo di coltura dell’affermarsi del populismo, pur non coincidendo con esso, in quanto l’antipolitica, definisce un clima d’opinione, e in alcuni casi una determinata visione. Mentre il populismo si riferisce in particolare ad attori politici: leader e partiti.
Altrettanto efficace il ricorso alla rete, intesa come luogo di comunicazione critica nei confronti del potere. Questo dimostrato dalla moltiplicazione di blog che sono canali per esprimere contenuti, per scambiare opinioni e pareri, attraverso fattori di democrazia informata, operante come rete organizzativa per i movimenti.
Probabilmente queste considerazioni possono essere tacciate come nostalgiche dei partiti di massa, in realtà comprendono altre problematiche affrontate negli studi dei classici della sociologia e della scienza politica, ossia la tensione tra la democrazia diretta e la democrazia rappresentativa (democrazia degli antichi e dei moderni), tra democrazia sostanziale e democrazia reale, fra democrazia di massa e delle èlite.
E’ necessario riconoscere che i sintomi della crisi della politica non sono certo inediti, bensì riemergono e si oscurano ciclicamente. Si pensi alle polemiche sulla ferrea legge dell’oligarchia (Michels) e sulla gabbia d’acciaio (Weber) che imprigiona la società e la politica.
La conferma che le ultime consultazioni elettorali hanno dato, è indubbiamente che l’Italia è un Paese di destra, una destra di matrice fascistoide quale è la lega. Una destra che perde voti solo dove è divisa, ma che supera il 60% in Veneto, vince in una regione rossa come la Liguria, per non parlare del non trascurabile dato di fatto che vede Alfano governare con Renzi a Roma, e certo è che non si può definire il Pd un partito di sinistra, ma piuttosto di centro destra.
Per non parlare della “poco chiaccherata” nascita dei repubblicani, il nuovo soggetto di centrodesta nato come nuovo soggetto politico finalizzato a federare tutti i partiti dell’area moderata. Ieri erano in trecento al Teatro Nuovo di Milano. Tra i fondatori l’ex capogruppo della Lega alla camera, l’ex inistro ncd Nunzia De Girolamo ha partecipato in striming ed era presente Marco Reguzzoni e altri ex fedeli di Bossi.
E’ ragionevole sostenere che questo posizionamento perenne a destra, sia causato – oltre che dalla frantumazione e mancata capacità di formazione della classe dirigente a sinistra – anche dalla videocrazia (Sartori) e un forte indebolimento gli istituti di mediazione tra il cittadino e le istituzioni. Concentrando il potere nei singoli leader si ha inevitabilmente una personalizzazione della politica e una drammatica mancanza di separazione tra poteri. Mala tempora per la democrazia e il pluralismo.
Per non parlare della sempre più difficile possibilità di ricreare una forza di sinistra che non sia la repetita iuvant delle varie metamorfosi dell’ex Pc, ma un soggetto politico in grado di interpretare la realtà, che ancora una volta viene lasciata interpretare ai partiti più populisti e fascisti come la Lega, mentre le stelle stanno a guardare e l’emergenza economico/sociale impazza. Non è difficile prevedere la tragica vittoria delle destre populiste alle future elezioni di governo, cosa che del resto si presenta come fenomeno preoccupante anche nel resto d’Europa.
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