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Le stragi di Boko Haram e le sue ambizioni territoriali

gennaio 9, 2015 • Articoli, Mondo, z in evidenza

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Redazione

I miliziani islamisti di Boko Haram controllano ormai una vasta area nel nordest della Nigeria. Nonostante il cessate il fuoco stipulato l’ottobre scorso con il governo federale nigeriano, negli ultimi mesi il gruppo islamista non ha affatto interrotto le ostilità; il 4 gennaio 2015 ha preso il controllo della caserma di Baga, città vicina al confine con il Ciad, persa rapidamente dalle truppe governative nigeriane.

Ora anche il Camerun è sotto attacco: il 28 dicembre il gruppo islamico ha sferrato un attacco coordinato in almeno sei città camerunensi dell’estremo nord del paese, dove il gruppo agisce da tempo, reclutando combattenti. In quell’occasione i miliziani hanno preso il controllo di Achigachia e della sua base militare, uccidendo decine di civili; ma l’esercito camerunense ha ripreso la città in sole quattro ore, impiegando per la prima volta attacchi aerei per respingere i miliziani oltre confine.

Nonostante la sconfitta finale, la conquista della base militare di Achigachia lascia presagire un cambiamento nella strategia di Boko Haram che, dopo una lunga insurrezione a base di attacchi suicidi volti a terrorizzare la popolazione, sembra ormai intenzionato a conquistare territori, anche in Camerun. L’aeronautica militare del Camerun si è rivelata più efficace dell’esercito nel combattere il gruppo islamista, ma le offensive in Camerun non sono paragonabili a quelle avvenute in Nigeria.

L’esercito nigeriano ha riconquistato alcune aree al confine degli stati di Borno e Adamawa, ma i risultati restano poco significativi: le truppe devono fare i conti con notevoli problemi logistici e di equipaggiamento, nonché col sostegno piuttosto debole del presidente – cristiano − Goodluck Jonathan, che teme di perdere le simpatie della popolazione musulmana alle prossime elezioni del 14 febbraio. Nelle aree controllate da Boko Haram votare sarà impossibile: i miliziani prenderanno di mira i seggi elettorali e le forze di sicurezza che dovrebbero proteggerli.

Tuttavia una bassa affluenza in questa regione potrebbe far comodo al presidente Jonathan, perché il nordest travagliato dagli attacchi di Boko Haram molto probabilmente non voterebbe per lui, ma per l’opposizione, che ha concentrato la campagna elettorale proprio sul suo fallimento nel contenere le milizie terroristicheIl candidato dell’opposizione Muhammadu Buhari, ex comandante militare, musulmano, è considerato da molti più adatto ad affrontare con decisione Boko Haram, e anche questo rende il presidente Jonathan più restio a rafforzare l’esercito. 

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