Il rublo e la politica estera russa
Redazione
Il 16 dicembre 2014 la Banca Centrale Russa ha annunciato un aumento del tasso di interesse di riferimento dal 10,5% al 17% Il rublo è crollato, arrivando a perdere il 20% del suo valore, per poi ristabilizzarsi. Il rublo si svaluta da mesi; da inizio anno ha perso circa la metà del suo valore. Le cause vanno ricercate nelle sanzioni occidentali, nel calo del prezzo del petrolio e nella conseguente sfiducia dei mercati.
Il Cremlino ha reagito con compostezza. I media russi hanno decisamente minimizzato il crollo del rublo, ma presto la popolazione russa potrebbe avvertirne l’impatto. Intanto il Congresso degli Stati Uniti ha approvato l’Ukraine Freedom Support Act, che consente al Presidente sia di imporre ulteriori sanzioni alla Russia, colpendo settori specifici dell’ economia, sia di sostenere militarmente l’Ucraina. Il provvedimento reca un messaggio: Putin è sull’orlo del baratro e gli Stati Uniti potrebbero spingerlo giù, se volessero.
Ma un eventuale collasso dell’economia russa avrebbe ripercussioni in tutta Europa e nell’intera area ex sovietica, non soltanto in ambito economico. In un’intervista del 15 dicembre il Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha affermato che Mosca ha il diritto di dispiegare armi nucleari in Crimea.
Stati Uniti e Unione Europea non vogliono certo rischiare che si crei davvero un fronte nucleare, né che le economie dei paesi europei possano essere seriamente danneggiate.
La prossima mossa ora spetta a Putin.
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