Difendiamo la costituzione, no all’Italicum
COMUNICATO STAMPA
Comitato per la difesa della Costituzione Piemonte Valle d’Aosta
Si è svolta ieri sera presso la Fabbrica delle E l’ “Assemblea aperta per i referendum contro l’Italicum e la riforma costituzionale”, prima uscita pubblica del Comitato per la difesa della Costituzionale Piemonte/Val d’Aosta, da cui è stata organizzata, insieme all’Associazione nazionale Partigiani d’Italia e al gruppo Abele.
Oltre all’alta affluenza, circa 200 persone, hanno presenziato diverse realtà associative e personaggi noti del mondo culturale e politico piemontese e nazionale. Presenti i rappresentanti, tra gli altri, di Arci, Fiom, No Triv, Acqua Bene Comune, Cgil, Usb, Libertà e Giustizia, Verdi-Girasole, Movimento Agende Rosse, Giustizia e Libertà. Numerosi anche gli esponenti del mondo accademico e intellettuale, tra cui Marco Brunazzi, Alfonso Di Giovine, Silvano Bellingi, Gianni Vattimo.
Presenti il noto avvocato anti-Italicum Felice Besostri e Paolo Sollier, ex calciatore e oggi scrittore. Al tavolo dei relatori Diego Novelli, Presidente del Comitato, Antonio Caputo, vice presidente e coordinatore e Gustavo Zagrebelsky, presidente onorario.
Ad aprire la serata l’intervento di Antonio Caputo, che ha auspicato un «Percorso comunitario e plurale aperto a tutti, senza connotazione partitica, per riappropriarci dei principi della nostra costituzione contro il tentativo di stravolgerla nel suo impianto fondamentale condiviso da tutti, a colpi di maggioranza».
E’ intervenuto anche Gustavo Zagrebelsy. L’ex Presidente della Corte Costituzionale ha parlato di «Uno scollamento tra la Costituzione formale e quella sostanziale. Per questo motivo, il Governo dice che è arrivato il momento di adeguare quella forma a quella sostanziale, ma secondo me dobbiamo chiederci: la deriva materiale ci piace veramente? Noi siamo qui proprio per dire che quello che è accaduto negli ultimi 25 anni non ci piace e non vogliamo ufficializzarlo.
La costituzione materiale è andata verso la degenerazione della democrazia e noi vogliamo combattere perché questo non venga istituzionalizzato».
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