Andrea Soldi, morto per la violenza coercitiva
Redazione
Dalle rilevazioni autoptiche sulla morte di Andrea Soldi, il quarantacinquenne morto a Torino in seguito ad un TSO, risulta che non sarebbe morto se non fosse stato ammanettato con le braccia dietro la schiena, in posizione supina mentre uno dei vigili gli teneva bloccate le gambe.
Secondo il pm Raffaele Guariniello e la relazione del medico legale Valter Declame, i vigili e gli infermieri del 118 non si sono accorti che l’uomo non riusciva più a respirare ed era in arresto cardio-respiratorio. Dall’autopsia emerge anche che la compressione del collo “eccessiva” è durata più dei 15 secondi consentiti dalle procedure (sic!), e questo ha provocato la crisi respiratoria.
E’ stato rilevato un ematoma sottocutaneo ai lati del collo, che dimostra la violenza della manovra che ha schiacciato il collo di Andrea fino a fargli perdere conoscenza e causa della morte, oltre alla mancanza di soccorsi. Si profila quindi anche l’omissione di soccorso secondo Guariniello.
Pare inoltre che – secondo una testimonianza – Andrea avrebbe acconsentito ad andare in un centro di igiene mentale, e che però inspiegabilmente sarebbero intervenuti i vigili. Tre sono state le fasi dell’intervento dello psichiatra e dei vigili (tutti indagati) e non conformi alle procedure di TSO; in primis la manovra per bloccarlo di spalle cingendogli con il braccio destro il lato del collo afferrandolo per il torace, facendo leva con il sinistro sotto l’altra ascella e immobilizzandolo.
Nella seconda fase l’uomo è stato steso supino e ammanettato con le mani dietro la schiena da un secondo vigile, mentre il terzo gli bloccava le gambe, e poi caricato – sempre supino – sull’ambulanza nella terza fase, tutto ciò avrebbe provocato la crisi respiratoria e l’arresto cardiaco.
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