Matrimonio e diritti per tutti, aderisci anche tu
A conclusione di un partecipato convegno dal titolo: LGBTIQ: DISCRIMINAZIONE E RICONOSCIMENTO organizzato dalla Consulta di Bioetica Onlus e dal Gruppo di Ricerca Bioetica dell’Università degli Studi di Torino in occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, e tenutosi a Torino il 16 maggio 2015, presso la Sala Allara del Rettorato dell’Università degli Studi di Torino, i sottoscritti partecipanti dichiarano che:
il pieno riconoscimento dei membri delle minoranze nella società politica passa non soltanto da un adeguamento dell’apparato giuridico e istituzionale, ma anche da un attenta revisione dello spazio pubblico simbolico in cui una società riflette la propria immagine.
Da ciò risulta che l’opzione di garantire alle coppie dello stesso sesso la possibilità di accedere all’istituzione delle unioni civili, risulterebbe comunque come una sorta di diminutio, poiché si manterrebbe il discrimine tra cittadini di prima classe, eterosessuali a cui è concesso il diritto al matrimonio (riconosciuto tra i diritti umani, Art. 16 UDHR), e cittadini di seconda classe, coppie LGBTIQ, che hanno accesso unicamente alle unioni civili.
Anche nel caso in cui l’istituto delle unioni civili garantisse i medesimi diritti del matrimonio (cosa che comunque non avviene), tale regime potrebbe essere definito come nulla più che un ripiego, poiché le coppie non-eterosessuali resterebbero simbolicamente discriminate, in quanto tale sistema continuerebbe, crudamente, ad attestare la “non adeguatezza” delle coppie dello stesso sesso ad accedere all’istituzione del matrimonio, il cui valore tradizionale e il cui significato immutabile verrebbe riaffermato, anziché combattuto per garantire una società più inclusiva e non discriminante.
Quanto richiesto dai membri della comunità LGBTIQ non implica l’erogazione di “diritti speciali”, piuttosto, promuove null’altro se non la dovuta abolizione di discriminazioni e garantisce perciò la possibilità, anche per i membri della comunità LGBTIQ, di esercitare la propria partecipazione allo spazio pubblico e politico come tutti gli altri cittadini.
Le ragioni di giustizia che sottendono queste richieste possono essere esposte mostrando che i membri svantaggiati di una minoranza quale la comunità LGBTIQ non intendono semplicemente “essere tollerati” da parte dei membri della maggioranza. Al contrario, è importante che essi possano contrastare e superare l’invisibilità pubblica subita storicamente per ottenere invece una piena appartenenza alla comunità politica e una piena visibilità nello spazio pubblico.
Per aderire a questo Manifesto inviare una mail a: segreteria@consultadibioetica.org
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