Renzi e il Palazzo d’inverno
La rottamzione è avvenuta. Ora Renzi ha il mandato, che sarà dolce/amaro, perchè chi lo ha votato esigerà il cambiamento immediato, perchè il Paese è stanco, sfibrato dalla crisi economica e dalla poca credibilità della politica tutta.
Il Pd è un partito che ha voluto regole maggioritarie, ora dovrà riconoscere il risultato di ciò che ha messo in moto. Renzi ha vinto, e l’unità del partito non può prescindere da questo dato. Sono finiti i giochi e le spartizioni.
Ma la partita non sarà facile per il nuovo segretario. In primis c’è la questione della legge elettorale, poi l’economia e le dinamiche schizofreniche delle larghe intese.
La straordinaria partecipazione a queste primarie, indica che gli elettori chiedono una politica attiva, e fanno sentire la loro voce, nonostante le mille nefandezze del Pd, che ha deluso molti.
E’ stata una lezione che gli elettori hanno dato alla vecchia gerarchia, che esce massacrata da questo risultato. Tre milioni di persone che hanno dichiarato con questo voto, la loro esigenza di cambiamento, e lo hanno chiesto dando fiducia a Matteo Renzi, con un consenso del 70%, un grande successo, ma una ancor più grande responsabilità.
Ha perso la saccenza della vecchia oligarchia. E questa è l’ultima possibilità che il partito ha di cambiare, di non deludere più gli elettori.
Se questa è la rottamazione della vecchia politica, resta tutto da vedere e da costruire. Nella nuova fase che seguirà, al nuovo segretario non saranno sufficienti le qualità carismatiche. Non saranno sufficienti a diradare la nebbia dell’inconsistenza della politica così come la conosciamo. Servirà una visione complessiva molto più articolata. E lui, il rottamatore, dovrà smarcarsi nettamente dai suoi predecessori. Non sarà facile considerando che la crisi delle ideologie è in auge a destra e a sinistra, e tutti stentano visibilmente a definirsi in una realtà culturale e politica. Domina un pensiero unico che non lascia alternative.
E’ questo il terreno scivoloso su cui Renzi dovrà muoversi, per dare una speranza di cambiamento al Paese. Dovrà proporre cose nuove e non generiche, oltre i luoghi comuni e l’antipolitica che ci asfissiano da anni.
Il tema più caldo è quello del lavoro, un punto imprescindibile per uscire dalla crisi, il modello economico sociale e il ruolo dell’Europa. I diritti civili e sociali, l’ambiente, la giustizia e il tema della cultura, fondamentale per lo sviluppo e la crescita di una nazione.
Ora si vedrà alla prova dei fatti se la litania “Renzi di destra o di sinistra?” che va avanti da mesi, troverà una sua collocazione. Speriamo che non si dimentichi di essere stato eletto da un elettorato di centrosinistra, che certamente non potrà sopportare un’ulteriore delusione.
La presa del Palazzo d’inverno è avvenuta, auspichiamo che si aprano le porte di una rivoluzione umana e politica.
One Response to Renzi e il Palazzo d’inverno
« Rachid un torinese veuto dal Marocco La barbarie di Stato ispira i suoi nemici »
Assolutamente d’accordo! Il consenso lo ha e forte … quindi nell’interno del partito se ne devono render conto. E’ stato paragonato a Blair … quindi una politica fine anni ’90, non è un gran che visto che siamo nel 2013 ma è il massimo che ci possiamo permettere. Il PD resta comunque l’ultimo baluardo al ‘nulla’!