Mafie d’Italia, che cos’è la Camorra
La nuova camorra organizzata nasce verso la fine degli anni settanta grazie a Raffaele Cutolo, a capo di un’ organizzazione criminale divenuta influente grazie proprio al suo carisma. Capo indiscusso della camorra, la sua potenza era tale da riuscire a mantenere i contatti, e dare ordini anche quando era rinchiuso nel supercarcere dell’ Asinara per volontà del presidente Sandro Pertini; Cutolo riusciva perfino da lì a telefonare e dirigere l’ organizzazione tramite Pasquale Scotti suo vice, poi latitante per lunghi anni, quando dopo il suo arresto in seguito ad un conflitto a fuoco nel napoletano, riuscì in seguito ad evadere e svanire nel nulla.
Ora Scotti è inserito nel “Programma speciale del ministero degli Interni; ma è stato sempre l’alter ego di Raffaele Cutolo, che è oggi in carcere con il rigore del 41 bis.
In Campania, l’assetto della camorra vede da una parte l’ organizzazione denominata la “Nuova famiglia”, e dall’ altra quella denominata la “Nuova camorra organizzata. Queste sono molto differenti tra loro e di conseguenza fortemente antagoniste. Tant’è vero che sono considerate “due camorre” esistenti sul territorio.
La Nuova famiglia si rispecchia nella tradizione attraverso una mentalità e un aspetto socio-culturale simile a quello della mafia, cioè una società di “uomini d’onore”, termine che indica la caratteristica prevaricazione e “potere” indiscusso sulle persone che vivono in quel territorio, sulle attività economiche; attraverso un uso continuo e spregiudicato della prepotenza, intimidazione e violenza.
Anche la camorra nel secondo dopoguerra si è giovata del disordinato sviluppo del paese (cosa che avviene regolarmente nei periodi di caos istituzionale, che è l’ umus ideale per le mafie), si è inserita nella distribuzione delle risorse pubbliche, contribuendo significativamente allo scempio urbanistico delle città di Napoli e Salerno; esattamente come è avvenuto in Sicilia per la città di Palermo. Ha fornito appoggio a personaggi politici e ha quindi ottenuto appalti, concessioni e privilegi.
È rimasta però in “sordina”, vista più come fenomeno locale fin verso la metà degli anni sessanta, probabilmente perchè non vi erano fatti eclatanti che creavano allarme sociale.
In realtà proprio in quel periodo, la camorra, parallelamente alla mafia siciliana, ha dato corso ad una importante metamorfosi in direzione del “modello di impresa criminale”, con un livello di pericolosità molto alto e di espansione, spostandosi nell’ Italia e in campo internazionale tramite il contrabbando di sigarette.
Hanno inoltre trovato rifugio in Campania, molti boss siciliani del calibro di Antonio Camporeale, Francesco Paolo Bontade, Gilippo Gioè Imperiale, Vincenzo Spadaro (motivo per cui le indagini di mafia siciliana attuali spesso sono collegate con la camorra). Si pensi che l’attività delinquenziale legata al contrabbando di tabacchi iniziata negli anni sessanta, viene poi presa in mano dalla mafia siciliana che ha notevoli interesse a creare sul territorio campano una organizzazione solida a “struttura mafiosa”.
Quindi i rapporti tra camorra e Cosa nostra, diventano costanti, attraverso complessi intrecci a carattere societario e commerciale, nell’ ambito dei quali le definizioni e i cambiamenti di fronte non verranno più accettati perchè dannosi alla complicata rete di potere venutasi a creare.
Attraverso personaggi come i Mazzarella, i Nuvoletta, Michele Zaza, i rapporti tra mafia siciliana e camorra si infittiscono e giocano un ruolo fondamentale nell’internalizzazione del traffico della droga. La camorra in questo ambito crea “quadri” criminali autonomi e potentissimi, quindi si “sprovincializza” e assume una dimensione inedita nella gerarchia criminale, che si guarda bene dall’entrare in contrasto con i clan mafiosi.
Il collegamento tra camorra e Cosa Nostra, passa però inosservato e sottostimato dallo Stato e dall’opinione pubblica nazionale, nonostante la sua evoluzione e le intimidazioni e i numerosi omicidi, tenuta in ombra dalla più conosciuta mafia siciliana. Ma proprio da questo ha tratto la sua linfa, crescendo esponenzialmente con l’interdipendenza venutasi a creare tra le due.
Solo dopo il terremoto del 1980 il paese comincia a rendersi conto della sua pericolosità, a causa del numero molto alto di detenuti che furono uccisi nel carcere di Poggioreale durante la confusione dovuta al terremoto. Inoltre in quel contesto la camorra governò sapientemente gli stanziamenti statali per la ricostruzione, e determinando uno scontro feroce tra le “due camorre”.
E’ proprio in quel periodo che è nata la “Nuova camorra organizzata” capeggiata da Raffaele Cutolo, che quando fu incarcerato, riusciva a plagiare i giovani detenuti attraverso il suo indiscusso carisma, un vero “capo carismatico” direbbe Weber. Infatti attraverso l’offerta di aiuti all’ interno del carcere, fornendo somme di denaro e indumenti, bevande e protezione nei rapporti interpersonali, ne ricavava una sudditanza psicologica e gratitudine da parte di detenuti che una volta fuori mantenevano il senso di dedizione al capo carismatico, e inviavano a lui ancora carcerato, offerte di denaro.
Questo proselitismo da parte di Cutolo, fu fondamentale anche nel periodo della sua latitanza tra il 1978 e il 1979 al momento del suo arresto, che non gli impedì di formare la “Nuova camorra organizzata”. Divise le zone, Napoli, Caserta e Salerno furono affidate a fedelissimi definiti “capi zona”. Riuscì ad instaurare il suo potere in tutta la Campania, in Puglia e creò uno stretto rapporto anche con la ‘ndrangheta calabrese; ebbe addirittura rapporti d’ affari con le bande di banditismo locale quali Vallanzasca e Turatello.
Inoltre Riuscì a mantenere influenza durante tutti gli anni di latitanza, quanto in quelli di carcerazione, il suo potere non venne mai meno. Investì i proventi delle sue opere di proselitismi, diffondendo la Nuova camorra organizzata in modo capillare, attraverso una gerarchia ferrea e piramidale, che prevedeva riti e interdipendenza tra l’esterno e l’interno delle carceri. E non aveva la connotazione della vecchia camorra, è divenuta qualcosa di molto più articolato. Si tratta di un’organizzazione che potremmo definire “scientifica” del settore criminale che si esplica attraverso il gangsterismo urbano, sfruttamento delle aspirazioni sociali, violenza giovanile, il tutto attraverso l’apporto significativo e determinante del potere politico, senza il quale non avrebbe potuto espandersi come un cancro che arriva ovunque con le sue metastasi.
In pochi anni la camorra organizzata è riuscita a tessere rapporti con la grande finanza (Calvi), i servizi segreti (caso Cirillo), il mondo del terrorismo (Senzani), la mafia, la ‘ndrangheta e la malavita del nord, e non meno con la P2 (Pazienza).
La camorra di Raffaele Cutolo è in assoluto il modello mafioso più organizzato e un epicentro e diffusore di tutte le illegalità presenti tutt’ ora in Campania e in tutto il paese; le sue forme destabilizzanti e corrosive della società italiana, sono strettamente intrecciate con la “Nuova camorra organizzata”, la più potente e la più criminale tra le mafie d’ Italia.
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