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Pd, il cervello altrove

settembre 3, 2013 • Articoli, Politica

il cervello altroveIl caos istituzionale a cui Berlusconi e i suoi adepti hanno condotto il Paese, è un avvitamento su una concezione autoritario-populista del metodo di governo, dovuto più alla debolezza della politica dell’opposizione – non opposizione – Alias PD, che alla forza dei berluscones, il cui delirium tremens svela drammaticamente e inesorabilmente l’inconsistenza di una proposta politica alternativa alla dimensione patologica cronico-degenerativa in cui la coalizione di governo ha relegato un paese immobilizzato in gravi problemi economici e istituzionali di cui ne sono il simbolo, gli isterici attacchi alla Magistratura; che è ancora un potere terzo e gode di indipendenza. Che non è condizionato da poco credibili opportunità politiche che vanno in una direzione pacificatrice, la quale sembra più un accanimento terapeutico.

Fortunatamente La Corte di Cassazione ha ben chiaro – e lo ha dimostrato – il proprio ruolo: intervenire solo sulle questioni formali, senza entrare nel merito delle sentenze.

Peccato che ai contestatori nessuno abbia detto che non sarebbe stato comunque facile per i giudici, cancellare la sentenza di condanna; e che comunque i 4 anni che tanto fanno stracciare le vesti degli adepti, si ridurranno a 1 per effetto di un provvedimento di indulto generato da una legge voluta proprio da Berlusconi, che ora ne gode i benefici.

Il nostro è un Paese, che vive cicli continui di amnistie pseudo – togliattiane, un Paese che come un genitore pigro e poco autorevole, concede molte attenuanti ai propri figli scellerati. E qui, è inesorabilmente significativo che il Pd si assuma la responsabilità di far cessare questa situazione di monopolio da parte di Berlusconi. E’ incredibile che il Presidente della Repubblica invochi “coesione e serenità” sui temi istituzionali. Questo è un governo tenuto sotto ricatto da un condannato per evasione fiscale plurimilionaria. Per non parlare del Processo Ruby, dove è accusato di prostituzione minorile e traffico di esseri umani, e come dimenticare il processo Mills dove una sentenza delle sezioni unite della Cassazione aveva stabilito che David Mills era stato corrotto da Silvio Berlusconi. Mills fu accusato di aver raccontato il falso in qualità di testimone nei due processi svoltisi a Milano e che vedevano Berlusconi imputato per tangenti alla Guardia di Finanza e per l’affere All Liberian. L’avvocato Mills aveva ammesso di aver inquinato la verità fornita come testimone ai giudici, al fine di evitare guai a Silvio Berlusconi.

L’accusa di corruzione era quindi fondata, ma Mills, al quale erano stati inflitti in primo e anche in secondo grado 4 anni e mezzo per corruzione giudiziari, non lo si potè condannare per “estinzione del reato”. Certo è facile capire l’ansia di Berlusconi in tutti questi anni, a voler fare la riforma della giustizia.

Vorremmo capire, se è anche solo minimamente concepibile affidare alla trinità Alfano-Brunetta-Schifani, il ruolo di interlocutori per le riforme, gli stessi che vorrebbero recarsi al colle a chiedere la grazia per il delinquente senile. Cosa peraltro incostituzionale, perchè assumerebbe la forma di un quarto grado di giudizio, il che equivale a polverizzare la magistratura e la democrazia.

Già nel 1994 si parlava del rischio che una pubblica opinione, e pertanto un elettorato poco e male informati, riducessero la democrazia rappresentativa ad una mera facciata dietro la quale governasse di fatto una “oligarchia incontrollata”. Giovanni Sartori parlava allora, di una “teledemocrazia manipolata”.

Ora più che mai la responsabilità di Letta (Enrico) nel mettere fine a questa situazione è evidente. Fra l’altro il Pd avrebbe ora – come molte volte in passato ha avuto – la possibilità darsi quell’identità che non ha mai avuto, fin dalla sua formazione. Di fare un salto di qualità, un vero rinnovamento. Ma no, è più comodo per un gruppo dirigente continuare a galleggiare sulle acque putride di questa politica marcia; del resto perchè se in venti anni non hanno mai risolto il conflitto di interessi, farlo proprio adesso e impedire in tal modo che sciaguratamente la figlia del Caimano possa prenderne il posto, dando così continuità alla distruzione del Paese?

Figurarsi poi se con un’altra maggioranza si potesse fare la riforma elettorale, sarebbe il caso di ripristinare pluralismo e rappresentanza, ma no, se questo significa chiudere questa pagliacciata macabra delle larghe intese, non sia mai.

La totale mancanza di interazione fra paradigmi sociali, politologici e psicologici, non ha consentito al Pd di giungere ad un monitoraggio e soluzione di questi problemi ampiamente prevedibili, che oggi stanno incancrenendo la politica italiana, completamente incapace di interpretare la realtà, in preda ad un delirio e un’arroganza inarrestabili, una politica con il cervello altrove.

Dunque continuiamo a guardare lo speccho rotto di Mister B, dove la sua immagine riflessa, come quella di Dorian Grey (quello però era avvenente) è così orrenda da mandare in mille pezzi lo specchio, ovvero l’Italia, come sempre, difronte allo stupore del mondo.

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