Iran: 19 esecuzioni in una settimana
di Loredana Biffo –
La perdita di consenso da parte della popolazione verso quella che fu la rivoluzione iraniana, e la stretta oppressiva sulle manifestazioni che si svolgono in tutto il paese, fa si che gli Ayatollah abbiano aumentato le esecuzioni a morte di dissidenti, manifestanti e donne che protestano contro l’obbligo del velo. Il paese è al centro dell’attenzione internazionale per via della questione delle sanzioni auspicate da Trump e i colloqui tenuti con il presidente francese Macron, il governo della Repubblica Islamica ostenta una sicurezza che in realtà è nervosismo, e lo manifesta stringendo la morsa sulla popolazione che protesta.
Il regime dei mullah ha giustiziato 19 prigionieri nelle prigioni di Gohardasht, Urmia, Hamidan, Tabriz, Kermanshah e Ilam. Otto di loro furono impiccati collettivamente nella prigione di Gohardasht a Karaj il 18 aprile.
Lo stesso giorno, Bahman Varmazyar, un giovane prigioniero che era un allenatore sportivo, è stato giustiziato nel carcere di Hamadan. Un giorno prima, un prigioniero fu giustiziato nella prigione centrale di Tabriz.
Il 23 aprile, nove prigionieri sono stati mandati al patibolo. Cinque di loro sono stati impiccati collettivamente a Urmia, tre prigionieri a Keramanshah e uno a Ilam.
Incapace di affrontare le crisi mortali, in particolare le crescenti proteste del popolo stufo di ingiustizie e repressione, la tirannia religiosa che governa il paese ha aumentato il numero delle esecuzioni in diverse città per intensificare l’atmosfera di intimidazione nella società.
Nel frattempo, un prigioniero di 50 anni, Mohsen Parvas, si è suicidato ed è morto il 21 aprile per protestare contro le dure pressioni che gli sono state imposte.
In un’altra occasione, il 22 aprile, Nasir Zoraghi, un prigioniero di 31 anni, è morto nel carcere centrale di Zahedan dopo un ictus e la negazione delle sue cure mediche.
La Resistenza iraniana chiede a tutti i giovani iraniani di protestare contro la brutale pena di morte e le dure condizioni nelle carceri iraniane, e di sostenere le famiglie dei condannati a morte. Invita inoltre tutte le organizzazioni internazionali per i diritti umani a condannare fermamente le esecuzioni in Iran e a condizionare il trattamento con il regime iraniano sul miglioramento della situazione dei diritti umani, in particolare la sospensione della pena di morte.
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