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Breaking news dall’Iran: manifestanti trucidati dalle guardie rivoluzionarie

gennaio 11, 2018 • Articoli, Mondo, z in evidenza

di Loredana Biffo –

Come da copione la farsa del regime clericale sostiene di volere la soluzione democratica mentre nella realtà dei fatti stringe sempre di più la morsa sui dissidenti, è sempre più sconcertante il silenzio assenso dell’Europa in merito alla gravità di quanto sta accadendo (nella foto una dimostrazione dell’efferatezza delle guardie rivoluzionarie) sono iniziate le pratiche consuete di tortura a cui normalmente vengono sottoposti gli arrestati,  due manifestanti tra i tanti arrestati, sono stati trucidati nelle famigerate carceri di Evin e Arak da inquirenti e torturatori. Il regime ammette che il numero degli arrestati ammonta a 3.700 e che molti di essi sono sotto tortura.

Lunedì 8 Gennaio 2018, i funzionari del regime iraniano hanno confermato che un ragazzo di 22 anni, Sina Ghanbari, arrestato durante le proteste anti-regime, è morto in carcere. Hanno affermato che si è suicidato. Il 9 Gennaio 2018 è stato riferito che un altro manifestante, Vahid Heidari, è stato ucciso nel carcere della città di Arak, Iran centrale.

Sina Ghanbari, un giovane di 22 anni, arrestato durante le rivolte scoppiate in tutta la nazione, è stato trucidato dagli aguzzini del regime dei mullah nel carcere di Evin. Gli agenti del regime, temendo la reazione del popolo a questo crimine brutale, in maniera ridicola hanno affermato che Sina Ghanbari si è suicidato in carcere.

In un altro episodio Vahid Heidari, un commerciante arrestato durante le proteste ad Arak, è stato ucciso a colpi di bastone. La polizia della provincia centrale ha affermato, con una bugia analoga: “Questa persona era stata arrestata perché in possesso di stupefacenti e si è suicidata nel centro di detenzione della stazione di polizia 12 di Arak”, (quotidiano Jahan San’at – 7 Gennaio).

Migliaia di altri prigionieri si trovano in condizioni difficili ed incerte in diverse carceri, molti sono sottoposti a brutali torture. Si dice che anche altri detenuti siano stati trucidati sotto tortura e che il regime non ne renda note le generalità.

Lo scopo di questi crimini  del regime dei mullah, è quello di spegnere le fiamme della protesta. Un tentativo che è già stato sventato. Riferendosi ai manifestanti, oggi Khamenei ha detto: “Gli agenti del regime non si arrenderanno” e questo mentre Jaafari, comandante dell’IRGC, aveva annunciato la scorsa settimana che le rivolte erano finite. Anche Rouhani aveva affermato che le proteste sarebbero finite entro due giorni, (notizie dei media – 4 Gennaio).

Martedì 9 Gennaio Mahmoud Sadeghi, membro del Majlis, ha ammesso: “3700 persone sono state arrestate durante le proteste”. Ed ha aggiunto: “Dati diversi sugli arresti degli studenti durante le recenti proteste, sono stati presentati ai rappresentanti del Majlis da diversie stituzioni. Perciò, non possiamo fornire statistiche accurate sugli arresti degli studenti”.

Questi crimini da un lato, aumentano la determinazione dei dimostranti di rovesciare il fascismo religioso al potere in Iran e, dall’altro, accrescono la necessità di un’azione internazionale urgente per combattere i continui crimini contro l’umanità commessi dai mullah. I criminali al potere in Iran devono essere espulsi dalla comunità internazionale e devono rispondere dei loro crimini.

La Resistenza Iraniana chiede a tutto il popolo iraniano, e soprattutto ai giovani, di protestare contro i crimini del regime dei mullah, specialmente quelli commessi nelle carceri, e di sostenere le famiglie dei martiri e dei prigionieri. Chiede inoltre all’Alto Commissario per i Diritti Umani di istituire una missione investigativa che indaghi sulla situazione delle carceri e dei prigionieri politici, soprattutto di quelli arrestati durante le recenti proteste e provveda al loro rilascio senza condizioni.Quando nell’estate 1981 Khomeini ha tolto ogni spazio di libertà, i Mujaheddin l’hanno combattuto. In questi anni il regime ha impiccato 120.000 di loro. Solo nell’estate dell’88, nel giro di poche settimane, ha ucciso 30.000 prigionieri politici, di cui il 90% appartenenti ai Mujaheddin.

I manifestanti chiedono il rovesciamento del regime perchè ritiene che non sia riformabile. Il regime iraniano dissipa i beni della nazione per il terrorismo e sostenere i gruppi terroristici: Hamas, Hezbollah, Houthi e altri.

la Resistenza Iraniana chiede ai paesi europei, in particolare all’Italia, di essere pionieri per la difesa dei diritti umani, di schierarsi accanto al popolo iraniano per la democrazia: ” chiediamo il loro sostegno alla piattaforma in dieci punti della Presidente eletta del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana, Maryam Rajavi, per il futuro dell’Iran, Chiediamo il riconoscimento formale della Resistenza Iraniana.”

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