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L’Iran tra terremoto, nucleare e spionaggio

novembre 14, 2017 • Articoli, Mondo, z in evidenza

 

di Loredana Biffo –

La necessità di tenere l’attenzione sulle questioni iraniane è viva più che mai, il paese è stato colpito da un violento terremoto e i soccorsi sono inesistenti, in compenso sul luogo del sisma c’è una forte presenza di militari con i fucili. I passdaran stanno tenendo impegnate le forze per evitare che ci siano ribellioni da parte della popolazione che è ridotta a scavare con le mani nude tra le macerie per cercare di aiutare i feriti e recuperare i corpi dei deceduti, il bilancio pare sia molto alto, anche più di quello iracheno.
Ricordiamo alcuni pilastri fondamentali su cui si fonda il regime che fino ad oggi è cresciuto e si è espanso grazie al sostegno delle politiche internazionali che vedono i paesi europei impegnati e coinvolti in affari economici con il regime. I pilastri che hanno sorretto sostanzialmente la politica iraniana sono: L’esportazione e il sostegno al terrorismo internazionale; la guerra e la bomba atomica.

In quarant’anni il regime non ha investito sulle infrastrutture interne per il servizio e la tutela ai cittadini in merito alle catastrofi naturali perché ha investito quasi l’80% dell’introito nazionale ricavato dalla vendita del petrolio, per finanziare la costruzione dell’atomica, in situazioni di emergenza la macchina che si mette in moto non è quindi quella de soccorsi ma della repressione di qualsiasi tentativo di ribellione popolare.
Fra le altre cose la zona interessata che in una dinamica a dir poco inquietante vede circa 50 elicotteri e carri armati utilizzati per impedire l’accesso. Altrettanto strano è il fatto che le informazioni dicano invece che dall’Italia partirebbero dei soccorsi, che a quanto pare invece in loco non esistono possibilità di avvicinamento alla zona colpita; zona che peraltro non è una zona sismica.


Si tratta di una altresì di una zona strategica vitale sia dal punto di vista militare che sociale: il Kurdistan, una parte di paese dove si trova la maggior concentrazione di siti militari segreti dove si lavora incessantemente alla produzione di missili e armi belliche. All’interno delle montagne di questo contesto geografico si trovano migliaia di chilometri di tunnel e gallerie ricche di depositi di armi e vengono effettuati esperimenti missilistici. Si tratta di strutture dentro alle quali non si sa esattamente cosa accada, potrebbero essere anche utilizzati per esperimenti nucleari.

La Resistenza iraniana da anni denuncia e ribadisce che nonostante gli accordi nucleari con l’occidente il regime dei mullah non ha mai accantonato il progetto strategico che gli garantisce una protezione da parte di qualsiasi aggressione straniera, dimostrazione ne è l’incremento della partecipazione irania nei teatri di guerra in Siria, Yemen e Libano, dovrebbero a tal proposito fa riflettere le dimissioni del premier libanese Hariri.
Nel frattempo il Comitato Internazionale In Search for Justice (ISJ) ha appena pubblicato il suo nuovo rapporto dal titolo “L’Attività del Ministero dell’intelligence iraniano in Europa”. ISJ è stato creato nel 2008 ed è diventato un’organizzazione no-profit nel 2014, con sede a Bruxelle e gode del sostegno di migliaia di parlamentari eletti, di ex funzionari e personalità politiche. Ha lo scopo di promuovere i diritti umani e ottenere giustizia per l’opposizione democratica iraniana.

ISJ ha fornito informazioni su diversi casi di spionaggio su cui hanno indagato i servizzi di controspionaggio in Europa, all’inizio di quest’anno un iraniano è stato accusato di aver spiato un professore di economia franco-israeliano e un avvocato tedesco. L’Alta Corte di Germania lo ha condannato e il fatto è appurato come un tentativo di omicidio. Un altro iraniano, mandato dal regime, è stato condannato in Germania per attività di spionaggio nei confronti dell’opposizione iraniana, e i servizi di intelligence tedeschi hanno rivelato che il regime iraniano è ampiamente coinvolto nella diffusione di false informazioni sugli oppositori, rivelando inoltre di aver reclutato ex membri dell’opposizione al fine di spionaggio e infiltrazione.
Il regime cerca in tutti i modi di infangare l’immagine dei dissidenti mirando in particolare a screditare l’unica opposizione con bugie e false informazioni, è particolarmente attivo nell’intimidazione dei dissidenti e di chiunque si opponga.

Il rapporto dice che i servizi di intelligence iraniani, come confermato dai servizi di sicurezza europei, sono più attivi che mai in Europa. Sottolinea poi che i suoi principali modi operativi sono l’eliminazione fisica, la diffamazione e l’intimidazione. E’ recente la notizia a Istanbul di un dirigente televisivo e dissidente iraniano. Evidenzia inoltre che il principale obiettivo è l’opposizione iraniana che sta lavorando per un Iran libero e democratico basato sulla separazione tra Stato e religione, vengono presi di mira anche i suoi sostenitori non iraniani o chiunque sostenga la Resistenza. Si conclude che l’esecuzione di tali atti è stata favorita dall’accordo sul nucleare.

Le attività degli agenti della Repubblica Islamica dell’Iran in Europa hanno avuto inizio molti anni fa. Questi agenti operano sotto la direzione del Ministero dell’Intelligence e della Sicurezza (MOIS o VAJA in lingua farsi) o di un settore del Corpo delle Guardie della Rivoluzione islamica, inclusa a sua nota Quds Force. Le loro attività includono l’omicidio dei dissidenti, lo spionaggio contro gli oppositore e la diffusione di disinformazione di massa contro l’opposizione democratica con metodi simili a quelli usati dal KGB sovietico. All’interno dei suoi confini il regime esporta il fondamentalismo islamico addestrando armando e finanziando gruppi responsabili di atti terroristici nel Medio Oriente, in Iraq Afghanistan e Libano. Dall’inizio del regime clericale in Iran nel 1979, decine di dissidenti iraniani sono stati assassinati in Europa.
Tra essi vi erano rappresentanti della coalizione politica del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana (NCRI) in Svizzera e in Italia, leader curdi iraniani in Germania e in Austreia, non chè altri dissidenti in Francia.

Il 29 aprile 2017 Saeed Karimian, dirigente televisivo iraniano di 45 anni residente a Kondra e presidente del canale TV GEM, fu assassinato in Turchia dove l’emittente televisiva ha una succursale. Nel gennaio 2017 una corte rivoluzionaria a Teheran lo aveva condannato in contumacia a sei anni di reclusione per diffusione di propaganda e atti contro la sicurezza nazionale. Nel maggio 2017, i media turchi riportarono che due uomini sospettati dell’omicidio erano stati arrestati con passaporti falsi in Montenegro mentre tornavano in Iran.

I servizi di spionaggio del regime iraniano sono strumenti fondamentali utilizzati dalla leadership politica al fine di conservare il suo potere, l’opposizione iraniana continua ad essere il bersaglio principale e questo è confermato da una valutazione dettagliata delle attività dell’Iran in Germania, è contenuta nel rapporto annuale pubblicato il 4 luglio 2016 da BfV er relativo allae attività nella regione della Renania settentrionale – Westfalia , lo Stato tedesco più popoloso.
Questo rapporto afferma che l’aumento delle attività del MOIS in (Regime degli Ayatollah) in Germania contro il MEK e NCRI (Comitato Resistenza Iraniana) nel 2014 è proseguito nel 2015. L’essenza delle loro attività è consistita nella diffusione di informazioni false e il rapporto fa anche riferimenti al numero di sospettati che sono stati arrestati per spionaggio ai danni del PMOI e NCRI. Tale atteggiamento non è mutato in seguito all’accordo raggiunto tra Iran e Occidente sulla questione nucleare.

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