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L’anno che verrà

dicembre 29, 2016 • Articoli, z editoriale

 

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di Loredana Biffo –

La vicenda della sindaca Virginia Raggi e tutta la questione del capodanno, ma soprattutto le pietose dinamiche politiche in auge negli ultimi tempi, portano a galla dello stagno italico tutta la melma sottostante, uno stagno dove è sufficiente lanciare un sassolino per far saltar fuori i girini.

Partendo dalla premessa che la Raggi è diventata sindaca a “furor di popolo” ma la sua elezione ha scatenato i mal di pancia in area Pd, è fin troppo facile constatare quanto tutti si stiano prodigando per affondare una barca putrescente e arrugginita quale è la politica romana corrotta da tempo immemorabile, tant’è che lo scorso anno per il concertone si erano spesi i vari Intesa San Paolo, Poste Italiane, Tim, Enel e Toyota (così come a Torino avveniva da tempo con la giunta precedente). Guarda caso per questo capodanno tutto tace.

Sembra una congiura, i trasporti fermi, il concerto abolito – si dice – in nome dell’austerità. Fin qui tutto più o meno chiaro, i cinque stelle convinti di essere dei “purificatori” dello stagno, ritengono di dover dare dimostrazione di diversità e scelgono una pessima strada, quella della recessione in una città che dovrebbe vivere di turismo. Un tour operator dal Canada ha addirittura segnalato che nei pacchetti turistici quest’anno non c’è Roma per via di questa decantata austerità. Chapeau.

La cosa che però è più significativa di tutte, è la posizione (o scomparsa) dei sostenitori “a sinistra” della sindaca in campagna elettorale. Ma dove sono finite tutte quelle anime belle?
A tal proposito si esprime molto chiaramente Flavia Perina in un articolo (http://www.linkiesta.it/it/article/2016/12/28/roma-traditrice-cosi-la-raggi-e-rimasta-sola/32810/), domandandosi che fine hanno fatto la pasionaria Ferilli, la corrucciata Mannoia, il saccente Venditti. Per non parlare di sindacati e dulcis in fundo il “Grillo” sbraitante. Tutti scomparsi, dice la Perina.

In realtà, questa vicenda è lo specchio magico (si fa per dire) della politica italiana, e del suo adeguato popolo. Questo atavico vizietto di saltellare su e giù dal carro del vincitore quando questi diventa perdente, o perlomeno si trovi a navigare sulle acque del solito stagno melmoso, scatta la gara a levargli i remi.

E’ significativo vedere cosa è diventata la sinistra, che in parte si è consumata nel renzismo più sfrenato, in parte ha costituito l’area grillina (nella quale è confluita anche un pezzo di destra), salvo poi ammutolire difronte alle prevedibili difficoltà che sarebbero sorte, esogene e endogene.
Il solito paese del tutti contro tutti, dove in particolare la sinistra che si dichiara solidale con i più deboli, dà nuovamente spettacolo di quanto abbia perso per strada il senno e il concetto di politica per il bene comune.

Tutte queste anime belle che sponsorizzavano la Raggi (peraltro molto benestanti) come lo sono i vari artisti citati, avrebbero tutti questi problemi a donare una serata di festa volontariamente? Forse abbiamo le idee un po’ confuse a sinistra, la solidarietà non è più un valore?
Chi ha di più non sopporta di dare qualcosa del suo a chi ha di meno, perché parliamoci chiaro, i nostri cari radical chic, esattamente come quelli che dicono di abiurare, faranno i loro sacrosanti festeggiamenti dove la massa non può accedere per ovvie questioni economiche, per di più in periodo di crisi economica.

Qualche draconiano nostalgico dei tempi in cui si stava peggio e in odore di mentalità fascistella, dice che si può fare capodanno a casa, certamente, ma la vicenda è sintomatica di cosa è la politica in questo paese, un coacervo di interessi personalistici da difendere a qualsiasi costo, anche divorando i propri membri di partito. Vien proprio da dire: “che schifo”, Buon Anno Italia.

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