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Le “spose bambine”, la cosa ci riguarda

maggio 22, 2015 • Agorà, Articoli, z in evidenza

 

spose

 

di Loredana Biffo

Come si compra una “sposa bambina”? Facile, per qualche migliaia di euro si può avere in vendita una minorenne. Sono svariate le modalità, e anche in rete, con un paio di clik, piovono le “offerte”.
Le spose bambine, sono spesso moto piccole, possono avere otto, undici anni; vengono strappate all’infanzia, con un passaggio traumatico alla vita di schiave.

I dati della “conference on child marriage” organizzata dalle Nazioni unite, sono raccapriccianti.
Si stima che ogni anno circa 15 milioni di bambine sono date in sposa a uomini adulti, a volte anche vecchi. E questo non avviene solo nei paesi islamici, c’è una lunga lista di paesi che praticano questo orrore, molti sono i paesi africani, e quelli occidentali chiudono gli occhi difronte a questa pratica barbarica e violazione di Diritti Umani.

Ma chi sono le bambine date in spose?
Spesso provengono da paesi come la Siria, dove il feroce conflitto produce “materia prima” per gli sciacalli e porci che le comprano. Perchè le vittime della guerra, non sono solo i morti o i feriti, ma anche i bambini, in particolare le femmine, che profughe o rifugiate, spesso orfane o con padri compiacenti, vengono messe all’asta online, alimentando il commercio. Una nota pagina Facebook – ora rimossa – offriva “Rifugiate siriane da sposare”.
I clienti potevano visionare le bambine con pochi veli addosso (alla faccia della morale islamica) e poi negoziare l’acquisto. E se la pagina è stata chiusa grazie alle proteste di alcuni attivisti, il commercio non ha avuto fine; le comprano soprattutto uomini dei paesi arabi, Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Giordania e Kurdistan; alcune vengono vendute direttamente nelle moschee.

In base alle norme sociali di questi paesi, vengono considerate potenziali spose, femmine inferiori ai 16 anni, l’Asia è il paese con i matrimoni più precoci, in Pakistan solo la metà della popolazione femminile si sposa dopo i 18 anni, mentre il 35% lo fa prima e il 15% prima dei 16 e anche 12 anni.
In Africa il primato lo detiene la Nigeria dove al nord con maggioranza musulmana, l’età media è 16 anni. I dati sono incerti, ma le Nazioni unite stimano per difetto che 15 milioni di spose bambine.

E l’occiente?
Non è immune, sono frequenti i matrimoni per procura o combinati a distanza in altri paesi con minorenni provenienti da paesi poveri, le cui bambine on hanno scelta o voce in capitolo, semplicemente vengono vendute alle famiglie e fatte sposare per procura, oppure gli uomini si recano sul luogo per contrarre il matrimonio che verrà riconosciuto dagli Stati Occidentali. Questi ovviamente non contestano e soprattutto non interferiscono con le “regole locali”.

Da anni è in corso una battaglia per una presa di posizione da parte di un occidente ipocrita che in virtù del “rispetto delle tradizioni” non muove un dito ed è complice, se non addirittura compiacente; del resto è un fenomeno che fino a 60 anni fa avveniva anche da noi, e il rispetto del corpo e della dignità femminile è ancora una questione aperta.
Questo mancato raggiungimento di un profondo cambiamento culturale e sociale, è la causa di questa silente accettazione del mancato rispetto dei Diritti Umani. Non è certo una novità la mercificazione e la violenza sul corpo femminile anche nella nostra “civiltà”.

E’ altresì insufficiente fare dibattiti periodici su un tema così scottante, se non si prende atto che i fenomeni sono frutto di una sovrapposizione di visioni patriarcali e maschiliste che si guardano bene dal rovesciare il paradigma. Se l’occidente per primo (e in particolare la sinistra) non si assume la responsabilità di fronte alla tragedia dei matrimoni forzati con minorenni poco più che bambine, che ammontano a 15 milioni l’anno, non potremo certo vantare il primato della modernità.

Ed importante chiarire che le stime in questo sono in difetto, poiché i matrimoni precoci vengono celebrati da imam locali e non vengono quasi mai registrati. Inoltre queste bambine diventano madri precocemente, e spesso muoiono per le violenze causate da rapporti con mariti adulti.
Di recente il Parlamento pachistano ha respinto una proposta di legge contro i matrimoni precoci, l’unica cosa che si è ottenuta è che alcune province si sono pronunciate e hanno vietato le nozze sotto i diciotto anni, ma questi miseri risultati la dicono lunga su quanto sia lunga la strada per il cambiamento per una costruzione sociale del rispetto dei Diritti Umani, che è però inderogabile.

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