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Risorse umane e coaching, viaggio verso il futuro

gennaio 29, 2015 • Articoli, Lavoro, z in evidenza

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Loredana Biffo
La frammentazione del mercato del lavoro ha generato una difficoltà di ricollocazione dei soggetti in ambiti variabili e spesso sconosciuti, da qui la necessità di valutare nuove strategie formative nell’ambito delle risorse umane. In esclusiva per Caratteri Liberi, proponiamo un’intervista a Ignazio Salmeri, coach, consulente e formatore.
 
Rispetto alle problematiche del mercato del lavoro, come il coaching può essere funzionale a trovare delle soluzioni, e attraverso quali strategie si attua una formazione dei soggetti che vengono in contatto con questa metodologia.
Innanzitutto è fondamentale valutare quali sono le esigenze del mondo del lavoro e quelle del soggetto, in base anche alle esigenze che le aziende esplicitano nelle fasi di valutazione sulle assunzioni.
Partiamo dalla considerazione che la crisi è una trasformazione, un passaggio dal vecchio ad un nuovo equilibrio che coinvolge individui e imprese nella ricerca di nuove strategie. In una società caratterizzata dal continuo cambiamento e da una forte competizione che richiede nuove conoscenze e competenze, la capacità di adattamento non è scontata, anche in considerazione della velocità con la quale il cambiamento si impone.
In questa fase di transizione, da un vecchio sistema che non mette a disposizione gli strumenti che servono agli individui per reggere il peso del cambiamento, un metodo efficace a supportare persone e aziende, è il il coaching.
Il coaching porta ad esplorarsi, conoscersi, capire chi siamo, cosa funziona, cosa facciamo bene, a diventare consapevoli delle nostre potenzialità; queste potenzialità, allenate ed utilizzate, migliorano le capacità e le competenze della persona, le maggiori competenze portano ad una performance elevata che in un intervento di coaching aziendale, si riflette sui risultati di business e quindi sui ritorni economici dell’azienda committente.

Chi è il coach?
Il coach è l’allenatore delle potenzialità, lavora con persone che hanno obiettivi da raggiungere e li accompagna in un percorso di crescita, nel pieno rispetto delle loro unicità e delle caratteristiche individuali. Questa funzione è assolta dal coach attraverso l’accoglienza, l’ascolto, l’alleanza, l’autenticità, il linguaggio; linguaggio che si manifesta attraverso le domande e il feedback d’ascolto.

Qual è la struttura di un percorso di coaching, in senso più scolastico.
Il coaching è un mezzo per arrivare a un fine; il fine è rappresentato dallo specifico obiettivo che una persona o un’azienda intende raggiungere. Qualunque percorso di coaching parte da un colloquio e prosegue con l’accompagnare il cliente ad individuare le proprie potenzialità, a fare chiarezza sui propri obiettivi, a trovare le soluzioni appropriate e quindi tracciare la rotta migliore per raggiungere la meta, ovvero il piano strategico personale o piano d’azione.

Una considerazione su quanto evidenziato, lei che riscontri ha avuto nella sua esperienza, sia rispetto alle aziende che alle persone che intraprendono questo percorso.
Il coaching è un metodo basato sull’azione e sull’impegno; voglio però precisare che il coaching non è una panacea. Perché una iniziativa di coaching sia di successo, è necessario che sia l’intervento appropriato per centrare il fine per il quale è stato richiesto e l’obiettivo di sviluppo sia chiaro e misurabile. Una iniziativa di coaching che parta da obiettivi non chiari e al di fuori di qualunque sistema di valutazione, produrrà risultati deludenti. Se il coaching è l’intervento appropriato e viene applicato bene, porterà a raggiungere risultati efficaci.
Per chiarire, un gap dovuto ad una mancanza di conoscenza necessita di un intervento formativo, un gap dovuto ad una mancanza di esperienza o di skill necessita di un intervento di coaching, un gap dovuto ai tratti di personalità troppo lontani dal profilo richiesto dal ruolo necessita di un intervento organizzativo.

Pare un po’ il vecchio motto taylorista “la persona giusta al posto giusto”….
La ringrazio per questa domanda perchè mi dà modo di chiarire un punto importante. A volte si promuovono le persone alla posizione successiva perché brave in quella precedente, non tenendo in considerazione che la nuova posizione richieda nuove abilità. Eppure c’è uno strumento di valutazione molto efficace per la mappatura delle risorse umane interne all’azienda, per le progressioni di carriera che è “l’ Assessment “ , un procedimento completo ed efficace per la sua capacità predittiva, che lo rende un prezioso strumento di supporto per identificare le caratteristiche attitudinali che di personalità.

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